BEFANA BIKE TRIAL A COLLEGNO CON INTERVISTA A PADRE JUSTIN DEL CONGO
Durante il giro in bicicletta per le vie ed i parchi della città, in occasione della festa della Befana 2024, abbiamo intervistato Padre Mbuyi Walengela, per tutti Padre Justin, Vicario Parrocchiale della Parrocchia Madonna dei Poveri, Borgata Paradiso, a Collegno.
Padre Justin ha esordito dicendo: “Il Congo è uno scandalo geografico”.
Infatti nella Repubblica Democratica del Congo si trova di tutto: legno, rame, cobalto, coltan, diamanti, oro, zinco, uranio, stagno, argento, carbone, manganese, tungsteno, cadmio, petrolio. Materie prime che fanno gola a mezzo mondo ma che rappresentano una “condanna a morte” per molti degli abitanti del paese.
Padre Justin, con la sua testimonianza (“Non lamentiamoci, ma cerchiamo di conoscere una realtà lontana dagli occhi del mondo”) ha voluto farci capire una situazione assurda: come possono minerali rari e preziosi come oro, cobalto, coltan, ecc. essere una condanna per il paese? Il Sacerdote ci apre gli occhi su una realtà nascosta, spesso ignorata dai mass media. Perchè ignorata? Pecunia non olet?
In questa racconto abbiamo affrontato il silenzio internazionale che circonda le continue guerre che si susseguono nel Congo, e che favoriscono lo sfruttamento del territorio da parte dei “poteri forti” (come li definisce lui e che altro non sono che le multinazionali n.d.r.).
Siamo, continua Padre Justin, di fronte ad un “colonialismo moderno”, forse meno appariscente e lontano da noi che colpisce persone che vivono al di sotto della soglia della povertà. Infatti dei 95 milioni di abitanti, almeno la metà non hanno cibo né acqua. La poca che c’è (quando non ci sono alluvioni) serve ad estrarre metalli preziosi. Ma il paese è ricco di minerali rari, e allora le persone contano poco.
Di seguito due citazioni significative citate dalle agenzie di stampa e praticamente ignorate dai media.
Devastante alluvione in Congo.
Nelle ultime due settimane (dicembre 2023) gran parte del territorio della Repubblica Democratica del Congo, in Africa centrale, è stato interessato da piogge intense che hanno causato inondazioni e frane di cui si sta parlando come delle peggiori da più di 60 anni. Secondo una stima del governo, le alluvioni hanno causato la morte di quasi 300 persone e distrutto più di 43mila abitazioni e 1.325 scuole.
Notizia passata nel silenzio.
Costruire una latrina e trovare un tesoro. È quando è accaduto a un poliziotto di Kolwezi, una città mineraria abitata da mezzo milione di persone, nella parte meridionale del paese. L’ufficiale di polizia, come racconta Michael J. Kavanagh sul New Tork Times, ha deciso che la sua famiglia aveva bisogno di una nuova latrina. Pala in mano inizia a scavare nel cortile di casa e poco sotto, la terra scintilla: un cumulo di cobalto si presenta ai suoi occhi. Uno dei minerali più importanti al mondo. Ovviamente molte persone si precipitano per scavare. Nel giro di un anno un’immensa area di buchi profondi fino a 25 metri.E chi meglio dei bambini si può incuneare nelle fosse ? I bambini non hanno altra attività se non quella di scavare a mani nude la nuda terra per entrare in questi buchi e portare alla luce un minerale che, appena estratto non ha nessun valore, non lo ha per quei bambini che scavano senza sicurezza, che spesso vengono inghiottiti dagli smottamenti della terra senza che nessuno se ne accorga o li reclami.
A farla da padroni, in questa attività, sono le aziende cinesi che si sono accaparrate i diritti di estrazione senza assicurare un salario giusto ai minatori, privi di ogni diritto che lavorano sette giorni su sette, che piova o ci sia il sole.
Una riflessione sul cobalto.
Il cobalto è un componente essenziale delle batterie ricaricabili delle automobili e nei telefoni cellulari. La rivoluzione dell’auto elettrica può essere grazie a quel minerale. La Repubblica democratica del Congo è il più grande produttore al mondo, con circa la metà di tutte le riserve conosciute. Eppure, questo minerale finisce nelle mani di Pechino con ricadute per la popolazione che lo estrae praticamente nulle. Ad avvantaggiarsene, oltre alla Cina, sono i governanti del Congo che, in una sorta di bulimia di denaro, se ne spartiscono i profitti.