Il fantastico mondo di Lucio Corsi in concerto all’Hiroshima Mon Amour
Il cantautore toscano Lucio Corsi è stato di scena venerdì 12 maggio a Torino a Hiroshima Mon Amour nell’ambito del tour di presentazione dell’album «La gente che sogna», fresco di stampa. Chansonnier visionario e delicato, ma al tempo stesso scosso da un’esplicita anima rock coltivata anche sotto il profilo estetico, Corsi è stato nel 2018 modello per Gucci a Palazzo Pitti.
Nessuna particolare scenografia. Solo il palco, le luci, una band di amici di sei elementi che lui ha ribatezzato in “la banda” e poi appunto lui col suo look glam anni ’70 e con la sua musica che attinge a piene mani da un passato di cui è prima di tutto un fan.
Il concerto di Lucio Corsi conferma quanto di buono il cantautore e musicista toscano, classe 1993, ha già fatto ascoltare in questi anni. Lucio Corsi ha da poco pubblicato un nuovo disco, La gente che sogna, mettendone in scaletta diversi brani. Durante il live trovano spazio anche tanti pezzi ormai amati e cantati da un pubblico trasversale che le riconosce sin dalle prime note.
Lucio dialoga col pubblico tra una canzone e l’altra, mentre accorda o riaccorda le sue chitarre. A un certo punto il cantautore resta solo sul palco per poi spostarsi al piano.
E da qui il live si arricchisce anche di alcune cover, come You’ve Got A Friend in Me e Short People di Randy Newman nelle versioni in italiano, la prima già nota nell’interpretazione di Riccardo Cocciante per il film d’animazione Toy Story, la seconda tradotta e riadattata dallo stesso Lucio Corsi, come ha detto lui, per il suo prossimo album. Le cover sono in scaletta anche quando torna la banda sul palco, e c’è posto allora per Ho un anno di più di Battisti, poi tutti insieme eseguono tra i vari pezzi anche 20th Century Boy e Children Of The Revolution dei T. Rex di Marc Bolan, uno dei tanti idoli indiscussi ed evidenti di Lucio Corsi, uno che sembra aver davvero assimilato tanta musica del passato, rendendola però attuale e originale con le sue canzoni.
Torna presto a trovarci Lucio perchè all’Hiroshima si respirava un’aria veramente piacevole, di ritorno ai vecchi tempi e splendore un po’ retrò.