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Quelle pagine di storia strappate dal sussidiario dei bambini

di Rosanna Caraci

La persona è la protagonista del congresso del Partito democratico che arriverà alle primarie del prossimo 3 marzo, dopo  le convenzioni di circolo con il voto tra gli iscritti.

Quali persone? Il Pd parla a un pubblico particolare o piuttosto si pone  come un palinsesto di grande respiro di una tv generalista?  Viviamo in un epoca storica e sociale nella quale il termine sinistra viene rivendicato con forte passione. Andare oltre il paradigma che ha contraddistinto la sinistra fino a qui sarà utile per arrivare a definirsi progressisti, in linea con i nostro tempo, per uno sviluppo equo, che riguardi tutti. Tutte le persone: le persone che sono la loro storia, il loro vissuto, la loro conoscenza, le persone che si cercano in rete perché sanno che lì si trovano.

Viviamo in anni in cui lamentiamo un profondo e pericoloso ritorno al passato, con rigurgiti fascisti, antisemiti, revisionisti. Cerchiamo risposte, ci domandiamo come sia possibile, dove si sia indurito il grande cuore del nostro Paese. Sensibilità, che si coniuga a una drammatica assenza di conoscenza della quale potremmo quasi riconoscere la responsabilità di Letizia Moratti.  Certo, non lei in quanto dama della grande borghesia milanese icona di eleganza e di stile quanto la sua intuizione che diventò la riforma della scuola Moratti, appunto. Venne rivoluzionato lo studio delle materie del ciclo di scuole dell’obbligo, creando un unicum nel programma dalle primarie di primo grado a quelle di secondo. Un tempo, si giungeva alla quinta elementare con un sussidiario che accompagnava i bambini nello studio della storia fino alla seconda guerra mondiale. Storia che poi veniva ripetuta in tutti i suoi passaggi nelle medie. Oggi, dopo Moratti, un bambino di 10 anni chiude il primo ciclo di studi che non sa che è esistito l’olocausto, Auschwitz, le leggi razziali…ma ha internet, è “nativo digitale”, è soggetto a stimoli, che sono quelli che anche noi adulti accogliamo e che sappiamo non sempre, discernere. Alla storia contemporanea, con tutta la sua vergogna, un ragazzo giunge a 13 anni. Se in questa fascia di tempo non ci fossero insegnanti motivati, associazioni come l’ANPI, magari una famiglia se siamo fortunati che un po’ di cultura storica la possiede, avremmo un futuro cittadino che arriva all’adolescenza con lacune sulla storia moderna imperdonabili.

E molto spesso, senza l’interesse e la vocazione della società intorno, le voragini ci sono e sono profonde. A volte si mescolano alle adolescenziali attrazioni per il “cattivo” e il danno è fatto.

Di che anni è la riforma Moratti? Quanti ignoranti storici ha prodotto? L’assenza di conoscenza è uno dei grandi problemi del nostro Paese e, insieme, la grande sconfitta dei governi di sinistra succeduti a Madama Letizia. La squadra calcistica della sua famiglia è finita in mano ai cinesi e il Paese in mano ai terrapiattisti, ai no vax, ai fascisti di ritorno per emulazione, ai menefreghisti. La sconfitta sta nel non aver messo in atto quando se ne avuta la possibilità una profonda rivoluzione culturale che, come si sa, parte dai libri. Dalla Buona scuola ci si aspettava anche questo: una rivoluzione, che sarebbe stata cosa ben diversa dal tentativo di riordino aziendale più o meno condiviso. Ripartiamo dunque dai bambini, dai fondamentali, rassegnandoci al fatto che non ci vorrà poco tempo.

L’attenzione al problema dev’essere universale per un’equa distribuzione di conoscenza, affinchè tutti abbiano quelle nozioni elementari, come elementare un tempo era definita la scuola primaria, per poter discernere tra bene e male, giusto o non giusto. Ricominciando dal libro di storia. Da una nuova riforma scolastica, profonda e di programma. Restituite al vecchio sussidiario la storia contemporanea.

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