Musica e spettacolo

An Intimate Night all’Auditorium Giovanni Agnelli con Elisa e Durdust

Il concerto di Elisa all’Auditorium conferma, per chi ha seguito le sue evoluzioni nel corso degli anni, la sua forza e la sua versatilità. Un pregio che molte colleghe le invidiano, un talento davanti a cui si può solo alzare le mani.  

Stavolta Elisa Toffoli si è tolta i panni della popstar ed ha tirato fuori quelli da cantautrice elegante e raffinata, rinunciando a effetti speciali, maxischermi, corpi di ballo, e quant’altro.

“An intimate night”, il tour che segna il suo ritorno alla dimensione dei teatri, è la ricreazione di Elisa, una sorta di fuga dall’idea di inseguire la hit a tutti i costi: non è un caso, forse, che al suo fianco la cantautrice abbia voluto Dardust, vero nome Dario Faini, il Re del nuovo pop italiano al quale in questi anni tutti si sono rivolti per trasformare i loro pezzi in successi, che però in questa fase della sua carriera ha scelto di ridurre la produzione di tormentoni per dedicarsi di più alla sua carriera da musicista, e con il valore che ha diciamo che ha fatto benissimo.

All’eccessivo gigantismo inseguito con l’ultimo album, un doppio, uno in italiano, l’altro in inglese, contenente circa trenta canzoni, un progetto ambizioso le cui lavorazioni
hanno coinvolto oltre venti autori e una decina di produttori, adesso Elisa preferisce la via dell’essenzialità: toglie, invece che aggiungere puntando sull’intimismo di una produzione
che non prevede neppure un allestimento vero e proprio e facendo a meno della maestosità che ormai caratterizza la maggior parte dei concerti pop.

I nuovi arrangiamenti portano, come prima dicevamo, la firma dello stesso Dardust, che ha aiutato Elisa a far indossare a ogni singola canzone un abito da sera, riuscendo a ricreare
con il solo suono degli archi, affiancati dal piano suonato dallo stesso, che si prende pure uno spazio tutto per sé suonando alcuni pezzi di “Duality”, l’album di piano solo che ha
appena pubblicato e che a marzo presenterà in tour, e dalla chitarra acustica e classica suonata da Andrea Rigonat, la corposità degli arrangiamenti originali, aggiungendo però quel
tocco di eleganza che impreziosisce le stesse canzoni.

Il risultato è spettacolare senza spettacolo: ad essere fenomenale è la voce di Elisa, che si libra tra i vari generi esplorati in venticinque anni di carriera, tra il passato di
“Labyrinth”, “Luce (tramonti a nord est)”, “Una poesia anche per te”, “Gli ostacoli del cuore”, “Eppure sentire”, “Stay” e “Qualcosa che non c’è” e il presente di “Seta”, “O forse sei tu”,
“Palla al centro” e il nuovo singolo “Come te nessuno mai”.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *