Cronache

No alla TAV e i torinesi scendono in piazza: ma per molti è solo la goccia che fa traboccare il vaso

di Athena Pesando

Tra la folla presente alla manifestazione emergono diverse voci <È una risposta che dobbiamo dare per Torino e per il futuro dei nostri ragazzi, dei nostri figli. È chiaro che le comunicazioni con la Francia e con tutto il resto dell’Europa sono fondamentali> dice Andrea Casalini, imprenditore.

<Io sono qui principalmente per la TAV, ma sono contento che la manifestazione sia una protesta anche contro l’amministrazione. – aggiunge Tommaso Blanchetti, 19 anni, studente del Politecnico di Torino – Io avrei votato diversamente alle scorse elezioni comunali, perché era prevedibile che sarebbe andata a finire in questo modo.>

Tra la folla c’è anche Roberta Nanut, 52 anni, imprenditrice <Sono molto felice di essere qui e che ci sia così tanta gente a protestare, non solo per il no alla TAV da parte della Giunta, ma soprattutto contro questa amministrazione che sta facendo morire la città, il recesso è molto evidente. – ci dice Roberta, con indosso un maglione arancione, colore scelto come simbolo della manifestazione – mi piaceva come aveva lavorato Fassino, non era necessario un cambiamento, in ogni caso avevo delle speranze in questa giovane sindaca che visti i trascorsi avrebbe già dovuto ritirarsi.>

Ad essere scesi in piazza per il malcontento nei confronti dell’amministrazione sono in tanti, tra questi Elisabetta Covini, 56 anni, piccola imprenditrice <Certamente la sindaca è espressione di un movimento che è in gran parte no-TAV. Io non l’ho votata quindi non posso dire di sentirmi tradita in senso politico, però come torinese, come piemontese, mi sento un po’ trascurata.> si sentono poi le voci anche di genitori preoccupati per il futuro dei giovanissimi <Vivo a Torino da quando sono nato e ho messo su famiglia, ho investito in città e ho comprato casa, penso anche alle mie figlie: io sono cresciuto in una città che era un simbolo dello sviluppo economico e tra le città più importanti d’Europa, e deve continuare ad esserlo – dice Marco Dacri, 38 anni, commercialista – avevo delle speranze in Chiara Appendino essendo una giovane sindaca di 32 anni, invece siamo diventati come Roma e questa è la cosa che più mi fa male.>

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