La legge D’Ottavio “stabilizza” l’Inno di Mameli. Un libro racconta i 170 anni di storia del Canto degli Italiani.
di Lavinia Dellera
L’Italia s’è desta. E riconosce al suo Inno la giusta stabilità. Dopo centosettant’anni, tanti ce ne sono voluti al precario Canto del Italiani per diventare definitivo. La Legge 181 del 4 dicembre, Legge D’Ottavio, finalmente riconosce alla voce della nostra Nazione il giusto orgoglio.
Ci pensarono Carlo Azeglio Ciampi, nel suo settennato di presidenza della Repubblica a ricordare al Paese la bellezza del nostro Inno di Mameli, e Riccardo Muti che lo sdoganò rivelandone nelle sue interpretazioni tutta la passione. Il primo, lo fece cantare: la cosa più naturale, l’abitudine che si era persa. Nelle scuole tornò lo studio del testo, i calciatori e gli sportivi incominciarono a cantarlo con orgoglio.
L’Italia s’è desta. Dal 4 dicembre 2017 il canto degli Italiani è dunque diventato l’inno ufficiale della Repubblica Italiana. “L’Inno di Mameli. Una storia lunga 170 anni per diventare ufficiale” è il titolo del libro scritto dall’On. Umberto D’Ottavio che con particolare cura narra il lungo percorso che dalla sua stesura fino allo scorso dicembre ha accompagnato la colonna sonora della nostra Patria.
Umberto D’Ottavio, deputato nella XVII Legislatura, è stato il promotore del riconoscimento del Canto degli Italiani come inno ufficiale della Repubblica diventato legge n. 181 nel 4 dicembre 2017.
<“In Italia non c’è nulla di più definitivo del provvisorio e nulla di più provvisorio del definitivo” affermava Giuseppe Prezzolini – commenta l’ On. D’Ottavio presentando il suo saggio – . E’ una citazione che definisce perfettamente il percorso storico del Canto degli Italiani, scritto da Mameli e musicato da Novaro nel 1847 e assunto nel 1946 come inno provvisorio della Repubblica Italiana da De Gasperi>.
Il libro costituisce una testimonianza importantissima del percorso storico e politico dell’inno di Mameli, un testo che si rivolge a un ampio pubblico attraverso un linguaggio volutamente divulgativo nei capitoli storici e impreziosito da una raccolta di curiosità sugli inni nazionali degli altri Paesi, ma anche grazie al racconto diretto di quanti ci hanno creduto e la reazione di giornali e del web.
Nel volume il lettore trova molti spunti per restare sorpreso. E’ lo stupore che prova chi crede di conoscere tutto, dando per scontato, ad esempio, che un Inno nazionale sia “naturalmente” incardinato nella storia di un popolo come la voce di ogni individuo.
La stessa politica ignorava che l’Inno italiano fosse, per così dire, “precario” come un lavoratore che attende di anno in anno che il suo contratto diventi a tempo indeterminato.
<Al Canto degli Italiani, per diventare definitivo di anni ce ne sono voluti centosettanta – commenta ancora D’Ottavio – . Raccogliendo le firme per presentare la legge, ho capito che moltissimi parlamentari non sapevano che l’inno, nella sua imponenza, fosse in realtà provvisorio. Oggi l’Inno è finalmente ufficiale, insegnando che si può essere patrioti, cioè agire in favore della propria terra, senza essere nazionalisti, cantando dopo Il canto degli Italiani anche l’Inno alla gioia, simbolo dell’Europa dei popoli>.
A Collegno il libro è reperibile presso la Libreria Mondadori di viale XXIV maggio.