Regione Piemonte

«ALLONTANAMENTO ZERO», E’ LEGGE REGIONALE DEL PIEMONTE

Fortemente voluta dalla maggioranza, e, in particolare dall’assessore regionale alle Politiche familiari Chiara Caucino che ha lavorato tre anni per arrivare a oggi. Il provvedimento parte dal Piemonte con l’ambizione di divenire un modello virtuoso applicabile in tutta Italia. 

Il tutto nasce dall’analisi dei dati ufficiali, presentati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, secondo i quali la media nazionale degli allontanamenti di minori dalle famiglie di origine è del 2,7 per mille mentre quella del Piemonte è del 3,9. 

Ciò ha dimostrato fin da subito la necessità di adottare una legge regionale volta a prevenire l’allontanamento dei minori: che non significa escluderlo, ma disporlo solo in caso di necessità effettiva, quando il benessere e la stessa salute del minore sono effettivamente a rischio, come nei casi di violenza e abusi conclamati.

L’obiettivo della legge, quindi, è quello di supportare e sostenere, con tutti gli interventi già previsti dalla normativa statale e regionale, il nucleo familiare di origine del minore, per scongiurare, ove possibile, l’allontanamento del bambino dalla propria casa e favorire il rafforzamento della rete formale e informale a sostegno della famiglia, prevenendo le situazioni di marginalità e isolamento, evitando così traumi inutili e dannosi.  

E’ sulla base di queste considerazioni che si ritiene che l’80 per cento degli allontanamenti sia evitabile si possa prevenire, sostenendo le famiglie con un insieme di azioni e interventi precoci e intensivi, anche di natura economica, realizzati attraverso Programmi educativi familiari mirati, a cura dei servizi sociali, socio sanitari e d tutti i soggetti che, a vario titolo, operano per la tutela e la promozione del benessere dei minori e delle famiglie.

Per l’assessore Caucino «in questi anni, visitando le comunità e le case famiglia mi sono sentita chiedere dai bambini, ai quali parlavo e stringevo le manine, di poter tornare dalla mamma e dal papà, dalla zia o dal nonno e ho assicurato loro che avrei fatto di tutto perché questo si potesse realizzare: oggi mi sento di dire che la promessa è stata mantenuta». 

Monica Canalis e Raffaele Gallo manifestano la loro preoccupazione per le conseguenze che questa legge avrà sulla protezione dei minori e sull’istituto dell’affido, nato proprio a Torino nel 1971, ancor prima che ci fosse una legge nazionale sulla materia.

Da oggi le famiglie piemontesi sono più sole, l’interesse del minore è subordinato a quello dell’adulto e l’affido è ufficialmente sotto attacco. Si torna indietro di oltre 50 anni, cancellando conquiste culturali e giuridiche che, seguendo il principio secondo cui nessuna famiglia è sola, ma è affiancata da una comunità che la supporta nei momenti di difficoltà, hanno permesso di salvare tanti bambini e famiglie. Allontanamento zero manda in frantumi queste conquiste e mette una bandierina ideologica fondata sull’esaltazione dei legami di sangue e sulla concezione della famiglia come mondo privato idealizzato in cui nessuno si deve intromettere. La destra piemontese sventola orgogliosamente questa bandierina, sulle macerie del diritto e sulle sofferenze dei bambini, ma non fa i conti con una realtà complessa e con i vincoli giuridici sovra regionali. Una legge sui bambini, che nasce senza confronto e senza risorse aggiuntive, è un fallimento annunciato“, dichiarano Monica Canalis, vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale e Raffaele Gallo, presidente gruppo Pd in Consiglio Regionale.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *