PRESENZA, REMOTO O MODALITA’ MISTA
In data 19 maggio si è dato avvio ad un iter di regolamentazione che indica come possa essere gestita (in presenza, in remoto, in modalità mista) la partecipazione delle consigliere e dei consiglieri, delle cittadine e dei cittadini, all’attività amministrativa della circoscrizione 4, e alle commissioni, al termine delle restrizioni da Covid-19.
A commissioni riunite, il Presidente di Circoscrizione, Alberto Re, spiega come questo lavoro nasca dalla valutazione del testo da parte degli uffici e dalla segreteria generale della divisione decentramento, sulla base del regolamento, in particolare sulle convocazioni, e con riferimento alla circolare del Ministero degli Interni, che autorizza gli enti locali a regolamentare le convocazioni, nel rispetto della legge.
La motivazione per l’avvio dell’iter è che sia necessario e funzionale al lavoro del consiglio circoscrizionale poter convocare giunta e commissione nelle tre modalità previste sino ad ora: presenza, video, mista.
Assodato che la partecipazione in presenza non è messa in discussione, il dibattito si concentra sul reale o meno beneficio che si possa trarre dalla gestione di alcune (e concordate) sessioni di lavoro, anche da remoto, come modalità integrativa (e non sostitutiva) dell’attuale gestione amministrativa.
Alcuni consiglieri insistono su come sia assolutamente ingiustificato il ricorrere al remoto se sono venute meno le condizioni di restrizione pandemica e che l’impegno di una amministrazione locale sia soprattutto essere “presenti” sul territorio.
Altri lamentano la mancanza di un disciplinare chiaro e condiviso, il che potrebbe rendere opinabile e discutibile ogni seduta in modalità differente rispetto alla partecipazione in aula.
Quali sono i criteri per valutare se svolgere una seduta in presenza o da remoto? Quali le reali opportunità che questa apertura porterebbe alla gestione amministrativa? Quali i sistemi di controllo, gli strumenti?
E’ importante andare a disciplinare ascoltando e assorbendo tutte le sensibilità per il rispetto di tutti i partecipanti, a tutela per il futuro e per i prossimi coordinamenti, in virtù del fatto che si sta inevitabilmente andando verso la versione ibrida/online. E se non saranno messi a disposizione gli strumenti adeguati, siamo sicuri che questa sia una apertura e non un limite?
Ecco, sul concetto di presenza, si può dibattere per ore: presenza significa esserci (il “da-sein” heideggeriano) come persone dotate di senso, in un contesto dotato di senso. Solide relazioni e proficue discussioni possono essere create e mantenute anche a distanza, a patto che si concordi su quali siano le condizioni necessarie:
- un insieme di individui
- un’impresa comune
- un repertorio condiviso
Se questo non viene meno, ciò che invece torna utile alla nostra riflessione è valutare, stabilire, se davvero ci si può sottrarre al cambiamento o se invece non sia più opportuno accompagnarlo nel miglior modo possibile.
Se davvero questi due anni trascorsi ci hanno insegnato qualcosa è che il luogo è animato dalle persone e dalle relazioni. E che queste sono significative, utili, proficue, se è chiaro il perché ci si ritrova, non tanto il come. Più possibilità si hanno e più democrazia si costruisce: sta evidentemente agli attori coinvolti essere portatori di buone norme a favore della partecipazione.
A ben vedere, ciò comporta ridefinire non le finalità, ma eventualmente i modi di perseguirle, anche dopo l’emergenza. E se allora usiamo il termine misto nella sua accezione corretta, lo dobbiamo intendere come “blended”, ovvero integrato: l’utilizzo di più canali di comunicazione (aula e rete, ad esempio), sulla base di una precisa strategia di integrazione, permette di perseguire un aumento di qualità del processo.
Se questo è lo spirito, ben venga.