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Piano periferie. Quanto ha da imparare l’opposizione di Governo

di Rosanna Caraci

E’ in agosto che il caldo fa brutti scherzi, che il fantacalcio fa gli acquisti migliori, che spesso si muovono le notizie politiche ed economiche più  importanti quasi come se si sperasse che l’alta temperatura, la voglia di andare in vacanza e di staccare la spina siano così alte da distrarre. Al Senato, a staccar la spina al Piano periferie ci hanno provato: e dopo qualche ora è un tam tam di notizie che si rincorrono, di opinioni, di conferme e smentite poi riconfermate. E’ il caldo, la confusione, poi la sensazione di non aver capito bene. “Ma è possibile?” La domanda accompagna come un mantra la buona parte delle decisioni ed esternazioni di questo Governo: “è possibile?” se lo domandano basiti coloro che leggono del decreto dignità che anziché tutelare rende più fragili coloro che forse dal Governo del Cambiamento chiedevano di più. Quota cento. Porti chiusi. Flat tax. <I soliti rosiconi>  dicono quelli “che hanno vinto” a quelli che “hanno perso” come se il 4 marzo scorso si fosse disputato un match a braccio di ferro in trattoria dopo il pasto.

“Ma è possibile?” se lo sono chiesti quelli del centro sinistra quando hanno capito che l’emendamento 13.2 che blocca il piano periferie  è stato votato anche dal centrosinistra. Votanti 270. Favorevoli 270. Si chiama unanimità. E’ possibile che sia accaduto? Sì. Quando gli emendamenti sono scritti ad arte per trarre in inganno, per sembrare qualcos’altro. Chi al Senato c’era, spiega che quell’emendamento è stato presentato come occasione per liberare altri 140 milioni di euro di avanzi per i comuni e per prorogare i termini delle convenzioni del piano periferie. Così l’emendamento è stato votato da tutti, proprio perché ritenuto favorevole per i comuni.

<E’stato approvato all’unanimità perché era un emendamento trucco che mascherava aiuto agli enti locali e invece sottrae risorse già assegnate. Ci sono caduti tutti – commenta il sindaco di Grugliasco Roberto Montà che come decine di comuni in Italia corre il rischio di vedersi tagliare le gambe del rilancio urbanistico e di riqualificazione della sua città. Ad esempio in Borgata San Giacomo Fabbrichetta salterebbero la riqualificazione dei marciapiedi, l’illuminazione pubblica, la viabilità tra le palazzine di via Galimberti, il parcheggio di corso King senza considerare le aree verdi. Ma c’è di più. A pagare le conseguenze della scelta scellerata sarà anche la Borgata del Gerbido, con il restyling previsto della viabilità, delle strade e dei marciapiedi, del sistema fognario. Si progettava la nascita di una piazza. Chissà. <Il fatto è grave perché fa slittare convenzioni approvate e registrate dalla corre dei conti, quindi con copertura certa checché se ne dica – commenta Montà –  L’emendamento secondo me fino a prova contraria non ha natura politica ma è frutto dei tecnici che hanno dovuto dare copertura immediata a una sentenza della Corte costituzionale sul patto di stabilità dei comuni e province e città metropolitane che ha imposto maggiori oneri a valere sul 2018. Quindi il gioco è semplice sposto le spese programmate al 2020 e tengo invariati i saldi> Speranze che le cose cambino? <Se è così alla camera correggono il tiro e al massimo slittano quelli che non hanno rispettato i termini previsti dalla convenzione. Grugliasco ha approvato a fine luglio gli esecutivi per 3 milioni di euro ed è in fase di predisposizione dei bandi di gara come da cronoprogramma previsto dalla convenzione medesima>.

Anci e tutti i comuni sono pronti a dare battaglia non per appartenenza ma perché rinviare opere cantierabili e per cui abbiamo speso decine di migliaia di euro di progetti e ore di lavoro della struttura e con i cittadini è una truffa bella e buona. <Vedremo cosa succede – conclude Montà –  anche se le dichiarazioni riportate da fonti del Governo sono imbarazzanti e prive di senso. Io credo alla buona fede, ma sono pronto alla mobilitazione nel rispetto della credibilità delle istituzioni nel rapporto con i cittadini>.

Non sono certo più tranquilli a Rivoli, dove era in programma il nuovo programma di videosorveglianza e la manutenzione straordinaria delle scuole. Futuro, riqualificazione, progetti per l’infanzia e l’istruzione, scuole belle , nuove, moderne. Proprio sull’istruzione e la formazione, con l’arrivo dell’Università con il corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria punta il sindaco di Collegno Francesco Casciano che ha accolto la notizia dell’approvazione dell’emendamento e del congelamento delle risorse come una doccia, per l’appunto, gelata. Sono già stati appaltati, in parte in corso ed in parte conclusi tutti gli interventi portati a cofinanziamento del Piano;  sono stati approvati tutti gli esecutivi ed impegnata la spesa di tutti gli interventi ad eccezione del progetto sulla videosorveglianza che è stato approvato in definitivo e del progetto sui Laboratori. Da considerare nella “lista della spesa” anche la riqualificazione del Villaggio Leumann.

< Il progetto periferie è un programma strategico che ha impegnato amministrazioni, istituzioni, imprese, terzo settore e cittadini per costruire insieme il cambiamento partendo dalle necessità espresse dai territori e per disegnare nuovi scenari di sviluppo tra centro e periferia – spiega Casciano che precisa – Collegno ha quasi appaltato tutte le misure previste.  Le fasi di attuazione del progetto di ristrutturazione dei Laboratori Arti e Mestieri per il corso di laurea in scienze della formazione primaria invece sono al piano di ricerca dei professionisti: si tratta del passo propedeutico all’esecutivo quindi teoricamente a rischio. Chiediamo  al parlamento di non stoppare queste importanti misure per cambiare il Paese e sostenere processi locali  di sicurezza sociale e urbana>.

E mentre è naturale e legittima l’indignazione degli amministratori  che dopo anni di ingabbiamento in uno scellerato patto di stabilità, col piano periferie si vedevano finalmente messi nella condizione di poter riqualificare le proprie realtà resta timida una perplessità che non è tecnica, ma politica e che non appartiene probabilmente né a un partito o ad un  altro ma ad un semplice contrappasso dei tempi ai quali forse sarà bene abituarci. La politica degli ossimori, l’ultimo saltato agli onori dei titoli è l’obbligo flessibile per i vaccini inventato dalla ministra alla salute Grillo; quella della tuttologia; quella dell’approssimazione. Gli anni della prima repubblica, e non abbiamo capito se la seconda ci sia stata e se questa sia la terza o la quarta, ci avevano abituato al politico iconico magari non laureato ma appassionato che studiava: testi letti e riletti e approfonditi. Emendamenti studiati e girati e rigirati come un guanto prima di essere votati. E se Giulio Andreotti aveva a dire spesso “A pensare male si fa peccato ma spesso si indovina” ciò che potremmo domandarci per tutti è se non valga la pena restituire alla politica la sua dignità. Esistono da sempre emendamenti trabocchetto, delibere fumose, regolamentazioni che vanno chiarite. L’opposizione è quella che fa “le pulci” ad ogni frase composta regolarmente da soggetto, verbo, complemento, che soppesa cifre, che consulta esperti prima di votare. L’opposizione deve studiare di più della maggioranza. Banale. Eppure. Non possiamo rassegnarci ad essere un Paese che spera di metterci una pezza al prossimo giro. Non è un campionato di calcio. Non ci sono gironi di ritorno.  Forse alle prossime elezioni politiche, che non è detto siano tanto presto come il centrosinistra si augura.

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Un pensiero su “Piano periferie. Quanto ha da imparare l’opposizione di Governo

  • Giuseppe Sammartano

    Non ci sono più i parlamentari di una volta che studiavano eccome prima di votare conoscendo a menadito tutto. Questo è il vero motivo all’unanimità riscontrata.
    Adesso si premia la velocità delle cose con questi risultati !

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