Mimmo Lucà lascia il Pd
a cura della redazione
Mimmo Lucà ha deciso di lasciare il Pd dopo le pesanti frasi del procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo che durante la requisitoria del processo Minotauro Bis aveva parlato di “frange del Pd deviato che avevano rapporti con la ‘ndragheta” alludendo anche a un fatto che aveva coinvolto, marginalmente, lo stesso Lucà.
<Chi conosce la mia storia, la mia condotta di uomo pubblico e la mia attività parlamentare, i valori a cui ho sempre ispirato il mio impegno politico e il servizio alle istituzioni, sa bene che sono una persona onesta e per bene, che posso aver commesso una leggerezza o un’imprudenza con quella maledetta telefonata ma la collusione con la criminalità organizzata è quanto di pi lontano da me e da tutto il mio percorso di vita> dichiara Mimmo Lucà in una lettera.
<Se, come dicono i giornali, il dr. Saluzzo si riferiva a me e alle telefonate intercorse tra me e Salvatore De Masi del 2011, la cosa mi sorprende molto – aggiunge l’ex deputato dem – Ho risposto a suo tempo alla procura torinese come persona informata sui fatti e non come indagato. Non ho subito alcuna indagine e nono sono stato inquisito, a prova credo che non c’erano elementi per configurare responsabilità nei miei confronti>.
<Un episodio per quanto deprecabile non credo possa fornire la chiave di lettura di una vita dedicata alla buona politica, una telefonata non può essere scambiata per complicità e non può diventare leva cui precipitare la mia reputazione nella palude della cattiva politica – sottolinea – ho chiesto scusa a tutti per i problemi che la vicenda in cui sono stato coinvolto può aver creato e ho spiegato che non c’è alcuna polemica in questo gesto – ha spiegato – né con i dirigenti del Pd né con altri, ma la semplice presa d’atto di un problema da risolvere definitivamente, con una scelta di inevitabile responsabilità. Le considerazioni del Procuratore secondo il quale esisterebbe “un’ala deviata del Pd torinese in contatto con la ndrangheta” di cui io ed altri faremmo parte, è priva di ogni riscontro giudiziario e non ha alcun fondamento negli atti dell’indagine>.
<E’ evidente come in queste condizioni – conclude Lucà – la mia presenza nel pd sia diventata un peso insopportabile che spetta a me rimuovere per il rispetto che devo agli elettori, agli iscritti e ai militanti>.