Pianezza: dopo la sconfitta il Pd si esamina
di Michele Marano, segretario del Partito democratico di Pianezza
Sono passati ormai alcuni giorni dal voto ed è necessaria e dovuta un’analisi lucida del voto e della conseguente sconfitta per il PD. Non c’è altra valutazione che quella di non essere stati in grado di proporre agi italiani il Ns modo di vedere la società dei piccoli e concreti passi verso il futuro senza lasciare nessuno indietro. Le promesse mirabolanti fatte ai molti delusi dalla nostra società hanno preso il sopravvento ma sono consapevole che da sole queste non avrebbero avuto successo se non si fosse cavalcata la politica della paura, che ha spostato una grande percentuale di voti. A Pianezza, il circolo si è speso in tantissime iniziative ed eventi che manifestassero all’esterno quanto di nuovo si fosse fatto soprattutto in tema di diritti civili e di progresso sociale, ma spesso nel rapporto con la gente, questi elementi che sono stati il frutto di un percorso cominciato 20 anni prima, non avevano presa nei confronti del malcontento dilagante di coloro che incontravamo ai mercati e che come popolo del PD non abbiamo saputo intercettare. Ora che si fa? Gli altri hanno vinto e il voto ci ha giustamente affidato il ruolo di opposizione, e mi fa sorridere che ora ci si chieda di essere responsabili per sostenere indistintamente un governo di centrodestra o dei cinque stelle. Noi siamo stati responsabili per tutta la durata di un’intera legislatura, riportando la barca a galla quando altri l’avevano affondata quasi del tutto. Per cui a quelli che in questi anni ci hanno contestato e accusato fino al limite dell’offesa cediamo l’onere e l’onore di governare.
A Pianezza, il 20 per cento di consenso ottenuto in città dal PDo ne fa il secondo partito della città: il circolo si impegnerà da subito a riconquistare il più ampio consenso territoriale, quello che forse più ci è mancato e che alle resa dei conti non ha potuto dare un significativo contributo all’elezione dei nostri rappresentanti di Collegio. Questo risultato ci permetterà di fare esperienza e di non ricadere negli stessi errori, tenendo sempre molto chiara la difficoltà rappresentata dalla disaffezione degli stessi nostri iscritti, che non hanno consentito di radicarci come avremmo voluto sul territorio e contrastare la deriva Cinque stelle e della Lega. C’è molto lavoro da fare, ma siamo pronti a farlo.
Quello che chiedo ai nostri iscritti è uno sforzo comune non solo a parole, di quelle forse ne abbiamo spese tante e forse troppe, ma nei fatti, perché credo che solo una sia la ricetta da seguire: è l’atto della partecipazione che crea appartenenza.