Torino: è tutta una grande periferia
di Michelangelo Toma*
Ho seguito la presentazione del ventunesimo rapporto Rota sullo stato di salute di Torino. https://www.rapporto-rota.it/
E’ uno studio socioeconomico della città tra i più completi e autorevoli. L’immagine che ne esce è di una città più piccola, invecchiata, poco attrattiva e incapace di offrire opportunità di lavoro ai suoi migliori laureati.
Le Università sono gli unici motori di sviluppo che ancora si salvano, ma quella fabbrica di ingegneri che è il Politecnico, rischia sempre più di apparire una cattedrale nel deserto industriale che avanza.
Anche start-up, cultura e turismo, che dovevano essere la panacea di tutti i mali, non risultano essere all’altezza delle principali città europee. I ricercatori ricordano che questo declino è un processo in atto da più di un decennio.
Negli ultimi 5 anni, però, c’è stata un’ accelerazione della decadenza. Nel 2016 andava di moda una narrazione della città divisa in due: un centro ricco di opportunità e una periferia abbandonata e degradata. Chi l’ha guidata nell’ultimo periodo voleva superarla.
Oggi, dopo quasi 5 anni, si può dire che la missione è stata compiuta: questa dicotomia è stata superata e tutta la città è diventata un’unica grande periferia.
Chi voleva un’egualitarismo a tutti i costi è riuscito nell’ardua impresa. Torino oggi è più che mai periferica in Italia, in Europa e nel Mondo sotto quasi tutti i punti di vista indicati nel Rapporto.
Non solo. Basta farsi un giro per le vie del centro per accorgersi che anche le parti più belle delle città vivono una situazione di degrado e abbandono che fanno il pari con quelle situazioni presenti da anni nelle parti meno note della città.
La speranza è che nella primavera del 2021 si possa avviare un progetto in grado di invertire rapidamente la rotta prima che sia troppo tardi.
*consigliere EDISU