Il mondo delle Associazioni chiede chiarezza e sostegno
di Claudio Ferrari*
Chiusi nella propria casa con gli occhi puntati sul computer, il tablet o il cellulare in attesa del collegamento,dell’incontro,della risata, dell’abbraccio e dell’allenamento.
Così oggi i ragazzi/e di 20.000 associazioni sportive e scuole di danza, in Italia, attendono la lezione on line. Quaranta giorni in cui le strutture sono chiuse, silenti e drammaticamente in attesa di soluzioni che non arrivano; migliaia di persone che devono -far di conto- con i costi fissi di gestione non rinviabili.Quando la preoccupante situazione sanitaria sarà passata, come uno tsunami arriverà in tutta la sua paurosa devastazione, quella economica.
Metà di quelle strutture potrebbero chiudere definitivamente, gli impegni presi con i fornitori e con le banche non daranno scampo.
Oggi quattro milioni di bambini in Italia frequentano le nostre strutture che si dimostrano fautrici di valori come l’accoglienza, l’amicizia e la condivisione; sono valori e regole di vita che fanno e faranno, dei nostri ragazzi, la struttura portante del nostro e loro futuro.
Oggi i Direttivi e i responsabili di queste realtà, molte volte sostituti ed aiuto a tutta la comunità territoriale, regionale e nazionale, vivono con angoscia il loro futuro.Purtroppo il nostro è un settore che non è mai stato regolamentato e normato, neppure oggi con una ancora non chiara riforma del terzo settore, necessaria più che mai a tutela delle esigenze lavorative e professionali di danzatori, maestri, tecnici e dirigenti che rischiano di collassare con l’intero comparto.Insomma, oggi siamo di fronte ad una stagione bruciata nel momento più caldo e proficuo dell’intero settore e mentre scrivo ancora non ci sono date certe nemmeno sulla riapertura.
Il Governo pare non molto ottimista su una possibile ripartenza prima dell’estate e questo rende la continuazione di ogni progetto e il futuro stesso dell’attività, un’incognita ingestibile insopportabile.Sentiamo parlare di settembre, ma tutti noi sappiamo che sarà troppo tardi!
E’ necessario normare da subito le possibili riaperture, almeno in quelle strutture che possono garantire, magari con turnazioni di allenamento, le distanze e la sanificazione.
In questi giorni i membri del comitato spontaneo Danza e Sport Italia chiedono a tutte le realtà del territorio nazionale di essere promotori di petizioni e di contatti che possano fare arrivare al governo centrale la drammaticità di questa situazione. I ministri competenti se ne facciano carico con provvedimenti urgenti anche per quelle realtà che non operano in strutture convenzionate con comuni, regioni o nazionali; che si regoli con disposizioni chiare e semplificate la protezione ambientale e di contatto, che si indichi quanti allievi possono allenarsi in un preciso perimetro di area.Si attuino bonus di copertura che coprano la possibilità di richiesta della quota di abbonamento non consumata per l’avvento del covid-19 del quale, in maniera evidente, la scuola e/o l’associazione non ha responsabilità.
L’emergenza sanitaria ha stravolto l’organizzazione di tutto il comparto -NON POSSIAMO ESSERE LASCIATI SOLI-.Il mondo della danza e dell’arte, proprio per i motivi sopra citati e come se praticamente non esistesse, non è stata ancora riconosciuta in nessun DPCM alcuna tutela, nonostante ogni scuola e ogni insegnante abbia continuato attraverso la piattaforma Zoom a mantenere contatti, tra fatiche e rinunce anche finanziarie, con i propri allievi pur di mantenere continuo e alto il valore dello stare insieme.
Ritengo che il Ministro Spadafora non possa e non debba dimenticarsi di questa grande e positiva realtà relegandoci nel calderone del CONI e lasciando tutti noi di fronte ad un drammatico punto interrogativo.Tutti coloro che amano lo sport e con esso la danza in tutte le sue desinenze, direttori di teatro, presidenti delle A.S.D.P.S. istruttori, insegnanti e i nostri ragazzi/e meriterebbero più attenzione, in ognuno di loro poggia il nostro comune futuro.
*Presidente Lab22 ASDPS