Lettera aperta al presidente Conte da una categoria pronta a riaprire
Signor Presidente,
Sono costretta a scriverLe una lettera aperta, a nome di una categoria di
lavoratori che muove un fatturato annuale di 10 miliardi di euro (settore completo beauty) ed in costante crescita.
Una categoria d’impresa definita P.M.I che parte da una semplice gestione
individuale/famigliare ad una vera e propria impresa con 20/50 e più dipendenti. (Sono convinta che lei abbia ben chiaro in mente i numeri).
Sin dai tempi non sospetti, parrucchieri ed estetiste hanno seguito un protocollo di igienizzazione degli strumenti di lavoro. Inoltre l’uso dei cosiddetti MONO-USO (mantelline, guanti, asciugamani ecc..) fa parte della quotidianità giornaliera.
L’unico adeguamento per ottimizzare l’incolumità della clientela finale è legata alla sanificazione degli ambienti. (un costo che si raggira tra le 600€ e le 3000€, questo dipende dalla superficie in mq.)
In collaborazione con le ASL territoriali lavoriamo già nel massimo rispetto delle normative sanitarie. La nostra categoria, è stata pioniera nell’anticipare l’igienizzazione dei “particolari”
Presidente, la mia lettera non vuole essere caratterizzata nei sensi di vittimismo. Questa lettera nasce dalla mano di una Donna, una mamma imprenditrice che vive dedicandosi alla sua famiglia e alla sua attività.
Signor Presidente la Donna che le scrive crede che il lavoro sia uno dei pilastri fondamentale per vivere dignitosamente.
La Donna che le scrive, cerca d’insegnare ai propri figli che lo studio, il lavoro, e il rispetto siano semi di una società evoluta e civile.
La Donna che le scrive oltre che Mamma, fa la psicologa, l’amica, dona conforto e/o sprona le sue clienti ad avere coraggio e ad usare la positività come segreto per non arrendersi mai.
La Donna che le scrive un giorno ha chiuso la serranda della sua attività per
“proteggere” la sua clientela da un nemico invisibile e subdolo, senza sapere come affrontare i mesi di mancato fatturato e con il pensiero rivolto alla propria famiglia che doveva sostenere economicamente.
La Donna che le scrive è arrivata a casa all’inizio di marzo e ha detto ai propri figli… “andrà tutto bene”!!! e lo ha ripetuto ogni qual volta lo sconforto le attanagliava il cuore.
Ma ora Presidente Conte… “Non va tutto bene”
Se dovrò aprire il 3 giugno 2020, avrò accumulato talmente tante spese (affitto, bollette, adeguamento della struttura alle nuove normative ecc..) che le confido con tutto il cuore saranno difficilissimi da gestire.
E… Gentile Presidente la mia situazione deve essere moltiplicato per i
65000 saloni circa esistenti in Italia.
65000 famiglie con annessi dipendenti e rappresentanti che sono a grande
rischio di chiusura.
Da profana quale sono…le chiedo:” come può pensare che 15/20 persone su un mezzo pubblico siano più sicure che in un salone di bellezza?”
Caro Presidente le chiedo per favore di revocare la sua decisione di fare aprire la nostra categoria il 3 giugno 2020, valutando la possibilità di anticipare la data.
Ne va della sopravvivenza di moltissime lavoratori devoti ed onesti, e
dell’incolumità psicofisico di tutta la clientela che usufruisce dei nostri servizi.
Confido in lei, come ho fatto sin dall’inizio (istintivamente).
Colgo l’occasione per porgerLe il mio sincero rispetto.
Alin Simon
Gentile Signora,
ho condiviso tutto della sua lettera: ogni parola, stato d’animo, ansia, preoccupazione e anche tanta voglia di riemergere, per fortuna!
La situazione è molto grave e ne abbiamo visto finora solo un anticipo parziale di quelli che saranno gli effetti, purtroppo, coinvolgenti a 360° su tutti noi e su ogni anfratto della nostra società.
La lettera che Lei ha scritto, torno a ripetere, condivisibile al 100% e Lei ha ragione, potrebbe scriverla ognuno di noi, ogni mestiere e professione e tutti avremmo ragione allo stesso modo!
Peraltro, in questo periodo ci stiamo anche rendendo conto proprio dell’importanza di ciascun mestiere e di ciascuna professione, che forse prima davamo un po’ per scontato e ognuno tendeva a vedere il proprio ambito, talvolta con la lente d’ingrandimento e spesso dimenticandosi un po’ degli altri; me ne accorgo oggi, guardando allo specchio la mia zazzera che avrebbe bisogno di forbici…..da giardiniere.
Una cosa è certa, questa cosa non l’ha voluta nessuno e nessuno è andato a cercarsela, al netto di errori che in situazioni cosi grandi, così complesse, cosi mutevoli…….si possono anche compiere nel decidere per tutti e nel darsi anche delle priorità, prima tra tutte la salvaguardia dello stato di salute di tutti noi che in questo caso rappresenta un po’ le fondamenta della nuova casa che vogliamo andare a costruire.
A scanso di equivoci, sono tra quelli che avrebbero desiderato una partenza più anticipata e più accelerata, appellandomi alla maggiore responsabilità e consapevolezza di tutti noi……..ma purtroppo la verità in tasca non ce l’ha nessuno e Dio solo sa cosa accadrà dal 4 maggio, quando cominceremo a “mischiarci”, negli uffici, nelle fabbriche, sui tram e sulla metro…….e poi nelle strade, nei bar, dai parrucchieri e via dicendo….
Gentile Signora, non volevo confortarla, forse inutilmente, se poi ci sono riuscito ne sono contento, ma solo scattare una istantanea salendo sulla collina.
Stiamo vicini, col cuore, gli uni agli altri……pieni di fiducia che la stessa istantanea che scatteremo tra qualche mese avrà qualche tenue colore in più e ancora dopo i colori più vivi che i nostri ragazzi hanno disegnato sugli arcobaleni dei nostri balconi e delle nostre finestre!
Auguri sinceri!
Salve, dico solo che con tutti i soldi che da anni abbiamo pagato di tasse volevamo uno stato che bloccasse tutti i nostri pagamenti e ci sostenesse economicamente nel momento del bisogno