Politica

Uniti contro i rischi di guerra in Irak

di Andrea Orlando*

L’aumento della tensione in Irak ci deve preoccupare seriamente.La possibilità di un conflitto su ampia scala è cresciuta. Bisogna concentrare l’attenzione delle istituzioni,a partire da quelle più direttamente interessate,sulle iniziative da assumere,mantenendo sulla linea del dialogo la massima unità di tutte le forze politiche.

Mettere da parte le beghe interne, bandire la propaganda.Invece,sin da subito, si va in tutt’altra direzione. Come spesso avviene,si contraddistingue il capo dell’opposizione che si arruola senza se e senza ma nella claque di Trump. Non si tratta di discutere oggi delle responsabilità o delle qualità umane del generale iraniano ucciso dal drone Usa.

Quelle che vanno valutate sono le conseguenze dell’eliminazione di un alto ufficiale di un Paese con il quale gli Stati Uniti non sono,ancora,in guerra. Ciò che va valutato è lo scenario che rischia di determinarsi a seguito di questo atto a partire dalle conseguenze per la sicurezza per il nostro Paese,per i nostri militari impegnati nell’area e per la nostra comunità.

Invece,reduce dalle prodezze sulla neve, Salvini si produce in un plauso acritico ad un’azione condotta,secondo molti per ragioni elettorali, all’insaputa delle altre istituzioni democratiche americane,degli alleati e della comunità internazionale.Io non mi sono mai arrogato il titolo di supporre ciò che pensa il popolo italiano.Questa volta faccio un eccezione,il popolo italiano non vuole la guerra e nella sua stragrande maggioranza appoggerà tutte le strade che la diplomazia e la politica offrono per evitare il conflitto. * vice segretario nazionale del Partito Democratico

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Un pensiero su “Uniti contro i rischi di guerra in Irak

  • Claudio Ferrari

    Semplicemente un pazzo criminale, bisognerebbe che la comunità internazionale intervenisse subito, prima che sia troppo tardi…

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