Dall’Eritrea a Collegno in fuga a piedi dalla guerra

di Alessandro Ciquera*

La famiglia Eritrea di Kadija e dei suoi figli è arrivata tra noi, a Collegno, la sera di domenica 1 dicembre, dopo un volo intercontinentale dei Corridoi Umanitari, che ha portato il suo nucleo da Addis Abeba a Roma Fiumicino.
È composta dalla mamma, i figli Mohammed (16 anni) , Alawi (13 anni), Salah (10 anni) e Sherifa (9 anni) 
Alle spalle un percorso simile a quello di tanti altri esseri umani sulle rotte della migrazione forzata, la fuga a piedi dal loro villaggio in Eritrea, dopo un attacco di milizie armate, l’arrivo in Etiopia, la sopravvivenza e la lotta per la dignità nei campi profughi. 
I Corridoi Umanitari sono oggi l’unico strumento che permette, a chi ha un vissuto drammatico, di guerra , sfollamento e persecuzione, di arrivare in sicurezza in Europa, senza doversi affidare alla rete dei trafficanti di esseri umani.
Una rete creata e sostenuta da Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche, Diaconia Valdese, Caritas e Conferenza Episcopale italiana, con la solidarietà e l’aiuto di più di 200 gruppi e comunità in tutte le regioni italiane , per un totale di 6000 volontari impegnati nel sostenere l’integrazione.
Una via stretta e faticosa, senza sostegno da parte delle finanze pubbliche, c una testimonianza di impegno e resistenza rispetto alle politiche dei porti chiusi e dell’ indifferenza.
Collegno tramite l’associazione la Fabbrica della Pace che ha preparato l’arrivo della famiglia di Kadija, anche questa volta risponde , ci siamo e ci saremo. * Fabbrica della Pace di Collegno