LavoroLe opinioni

Lavorare meno Lavorare tutti

Il tema del lavoro è e sarà il tema per i prossimi vent’anni; ogni persona, partito o movimento che ha nei valori fondanti della Sinistra la propria identità ha l’obbligo di prenderne atto, provando da subito a elaborare idee, strategie e progetti per un radicale cambiamento essendo oramai a tutti chiaro come i modelli a regime, oggi, risultino superati e obsoleti.
l forte crisi occupazionale, la moltitudine di contratti capestro e senza tutele con la chiusura repentina dei siti produttivi, molte volte col risvolto devastante della delocalizzazione, ne sono l’amaro sigillo.
Purtroppo i grandi gruppi economici da tempo strutturati in holding “la fanno da padrona” ponendo come primo obbiettivo non più la realizzazione di un grande bacino occupazionale ma valorizzando esclusivamente il risultato meramente economico.
E’ quindi tempo che le amministrazioni virtuose a tutti i livelli che ci vedono impegnati nella difesa della occupazione, baluardo progettuale delle famiglie italiane, prendano ad esempio virtuosi e coraggiosi attuazioni.
Da alcuni anni la regione Emilia Romagna attraverso una iniziativa del consigliere regionale Pier Giovanni Alleva, ordinario di diritto del lavoro all’Università di Bologna, ha elaborato e applicato una forma di solidarietà espansiva, chiedendo a imprenditori e operatori del ciclo produttivo di lavorare un giorno in meno, compensando la perdita con interventi di welfare aziendale; l’accordo ha permesso, per ogni quattro ore dismesse pro- capite, di creare un posto di lavoro.
Questo nuovo e virtuoso metodo è stato posto a regime ha permesso anche ad altre regioni, per esempio Trentino e Molise, di studiare e applicare queste strategie virtuose implementando produttività e occupazione.
Sono accordi da sottoscrivere azienda per azienda e su base volontaria. nei quali viene calcolata a regime una perdita del salario pari al 20% ma compensato con un riconoscimento salariale da parte dell’azienda che include il pagamento di quote asili nido, mense scolastiche, buoni spesa e mediche a fronte di una defiscalizzazione degli oneri dovuti.
L’idea del prof. Alleva si è estesa anche ad alcune G:D:O: e alle Coop. felsinee, le quali hanno già fatto sapere di essere disposte a elargire buoni spesa con uno sconto del 15% ai propri dipendenti in funzione della applicazione dei nuovi contratti.
E’ tempo che il Parlamento Italiano intervenga con la modifica del ” testo unico delle imposte sui redditi”.
Questo semplice ma rivoluzionario provvedimento consentirebbe l’estensione dell’applicabilità in tutto il territorio nazionale.
In un ragionamento di costi con l’inserimento di nuova manodopera giovanile, considerata oggi così fino al raggiungimento dei 29 anni, si evince come l’applicazione avrebbe per le aziende un guadagno per risorsa di circa 400euro, in quanto questi giovani lavoratori hanno di base uno stipendio mensile inferiore rispetto a maestranze più qualificate e da più tempo impiegate in azienda.
Nel chiudere il ragionamento, per avviarmi alla conclusione ricordo che la Regione Emilia Romagna riconosce, a fondo di solidarietà, un contributo di 40€ mensili in busta paga per ogni lavoratore che sottoscrivere l’accordo.
In conclusione, per ogni 40mila lavoratori che aderiscono a questo accordo ha permesso l’assunzione di 10 mila giovani disoccupati e la spesa prevista ammonta a circa 20,8 milioni di euro, molto meno di ogni forma di previdenza sociale.
Abbiamo il compito di trovare nuove strade che non siano ancora assistenza pubblica.
Recuperiamo la dignità delle persone con l’impiego professionale; sappiamo come non vi sia nulla di più devastante, per un essere umano, del sentirsi inutile alla propria famiglia e alla proprio comunità.
Collegno è esempio per la zona ovest e per la città metropolitana, dobbiamo continuare a essere virtuoso volano sociale.

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