A Villa Lascaris, una donna ha fatto la storia
Ci sono persone che cambiano la storia ma restano in penombra, a margine della luce dei riflettori.
A volte, queste persone sono donne: scienziate, partigiane, scrittrici… oppure normali donne di paese, che si trovano nel mezzo di eventi più grandi di loro.
Una di queste donne nacque a Pianezza nel 1684: si chiamava Maria Chiaberge prima di sposarsi a ventun anni con Valentino Bricco – o Brico -, un vedovo con tre figli, di vent’anni più vecchio. Dopo il matrimonio prese il nome del marito e venne conosciuta come Maria Bricca.
Una delle costanti della storia europea sono state le guerre: lunghe, ravvicinate, sanguinose. Nella sua vita, Maria Bricca assistette a due conflitti: la prima fu la guerra dei Nove anni dal 1688 al 1697: nel 1693 i francesi saccheggiarono Pianezza. Maria aveva nove anni.
E, dopo meno di un decennio da quegli eventi sanguinosi, Torino tornò in guerra: l’assedio della capitale sabauda, le gallerie minate scavate sotto la città, Pietro Micca, la vittoria che portò Vittorio Amedeo II, duca d’Aosta, a diventare il primo re dei Savoia, la costruzione della Basilica di Superga come ringraziamento alla Madonna per la vittoria: la storia è nota.
Meno famoso è quanto accadde a Pianezza, ai margini della luce dei riflettori.
Maria Bricca era – si narra – una cuoca, e conosceva ogni passaggio, ingresso e galleria del castello di Pianezza, sul cui sito ora sorge Villa Lascaris. Non si sa se fu lei, di sua iniziativa, a raggiungere l’accampamento dei Savoia o se venne contattata dagli uomini di Vittorio Amedeo II per avere la sua collaborazione. Non si sa neppure se, nella notte tra il 5 e il 6 settembre 1706, fosse insieme al gruppo di Granatieri Brandeburghesi e di soldati sabaudi, guidati da Leopoldo I di Arnhalt – Dessau che, attraverso una galleria nascosta e una ripida scala a chiocciola in pietra, penetrò nella sala da ballo del castello in cui soldati francesi che avevano occupato il castello in attesa di portare agli assedianti armi e munizioni, pare stessero festeggiando e bevendo. Oppure se spiegò ai piemontesi come accedere e aprì loro la porta della galleria. Forse non si saprà mai.
Quello che è certo è che quella notte i francesi vennero fermati dopo una breve e intensa lotta nelle sale del castello, le munizioni non arrivarono a destinazione e l’assedio di Torino si concluse tre giorni dopo. Ed è anche certo che, senza Maria Bricca, tutto questo non sarebbe accaduto.
Maria Bricca uscì dalla luce dei riflettori per lungo tempo. Morì il 23 dicembre 1733 a quarantanove anni, una comune popolana di Pianezza.
Per circa 150 anni il suo nome e il suo ruolo vennero ignorati e tutto il merito dell’operazione di quella notte di settembre del 1706 andò al principe di Arnhalt.
Fu un anonimo a restituire alla storia il nome di Maria Bricca e da allora le sono stati dedicati quadri, targhe, vie e monumenti. Nel parco di Villa Lascaris rimangono un busto che la raffigura, la galleria seicentesca che ora porta il suo nome e quello che rimane della scala a chiocciola che, nella notte tra il 5 e il 6 di settembre del 1706, Maria Bricca percorse insieme a un gruppo di soldati scrivendo un pezzo di storia.