I tassi scendono, quali vantaggi per le famiglie?
In Europa, come pure negli Stati Uniti, i tassi scendono e si prevede un calo significativo anche nel 2025
ridando, così, fiato all’economia.
In particolare il calo dell’inflazione, oltre a preservare il potere d’acquisto del denaro, consente di ridurre i
tassi e, quindi, il costo dell’indebitamento di famiglie e imprese. In pratica mutui e prestiti ‘costeranno’ di
meno.
Inoltre le previsioni economiche vedono, anche grazie a questo, una leggera ripresa in Europa che sarà un
piccolo stimolo per consumi delle persone e gli investimenti delle imprese.
Insomma un quadro d’insieme che, finalmente, potrebbe virare verso il positivo e avvantaggiare, in
particolare, chi ha stipulato un mutuo a tasso varabile e chi, negli anni passati, ha acquistato titoli con
rendimento a tasso fisso quali, ad esempio, i BTP.
Purché l’inflazione continui a scendere.
Se, per esempio, il governo aumentasse le accise sui carburanti e, di conseguenza, il prezzo di gasolio e
benzina salisse, sarebbe un aggravio immediato per i consumatori e potrebbe innescare una nuova
crescita dell’inflazione. Infatti se aumenta il prezzo del carburante, crescono i costi del trasporto e – di
conseguenza – aumenta il prezzo di beni e servizi.
Quali saranno, invece, i vantaggi per le famiglie se l’inflazione e i tassi continuano a calare?
Ai possessori di titoli a tasso fisso emessi prima del taglio dei tassi, la decurtazione garantirà un buon
rendimento nei prossimi anni e nel contempo ne farà salire il prezzo consentendo un guadagno a chi
avesse necessità di venderli.
Ovviamente, nel contempo per i risparmiatori il taglio ha anche effetti negativi perché i tassi d’interesse
scendono e, per esempio, i BTP di nuova emissione garantiranno interessi più bassi.
Per i mutui, i prestiti personali e il credito al consumo la situazione è più articolata e l’impatto sarà
importante.
Per dare un’idea, i dati a fine luglio ci dicono che:
- il valore complessivo dei mutui per l‘acquisto di abitazioni ammonta a poco più di 423 miliardi di
euro; di questi 144 miliardi è a tasso variabile; - per il credito al consumo e prestiti personali le banche hanno erogato 243 miliardi di euro;
- le famiglie italiane sono circa 25,7 milioni; di queste circa 3,5 milioni hanno un mutuo per l’acquisto
di una casa; - complessivamente sono 6,8 milioni i cittadini indebitati anche con altre forme di finanziamento tipo il
credito al consumo e i prestiti personali.
Per i mutui a tasso variabile la riduzione ha prodotto i suoi primi effetti perché i titolari di questi mutui
stanno già beneficiando della riduzione della rata.
Il calo, che gli osservatori valutano anche in parecchie centinaia di euro all’anno, rappresenta un’importante
boccata d’aria per chi ha visto le rate dei mutui aumentare sensibilmente negli ultimi anni e, nel contempo,
è uno stimolo all’acquisto per chi vive in una casa in affitto.
E per i mutui a tasso fisso?
Si attende la diminuzione dei tassi per quelli nuovi.
Per quelli vecchi nulla cambierà e se sono troppo costosi rispetto agli attuali, può risultare conveniente
rinegoziare il mutuo con la stessa banca o passare a un’altra con una “surroga”.
Potrebbero trarre vantaggio dal taglio dei tassi anche i 3,3 milioni di famiglie che hanno richiesto prestiti
personali (ad esempio per comprare automobili o elettrodomestici) perché, anche per loro, le rate
diventeranno più leggere.