In galera.
La recente approvazione alla Camera del ddl Sicurezza ha scatenato un ampio dibattito, destinato a infiammare piazze e seggi parlamentari in vista del voto definitivo al Senato.
Oltre venti i nuovi reati introdotti, dalla criminalizzazione dei rave illegali, al riconoscimento dell’omicidio nautico, dal reato di gestazione per altri, al divieto per i migranti privi di permesso di soggiorno di possedere una sim telefonica. Ma la vera novità sta nell’inasprimento delle pene per le proteste pacifiche, con l’aggravante per coloro che osano opporsi a opere pubbliche o infrastrutture considerate strategiche, Tav o Ponte sullo Stretto per esempio. Si tratta di un attacco al diritto di protesta che non ha precedenti.
Nel decreto non viene fatta menzione di altri più importanti e reali bisogni di sicurezza, come prevenire frodi finanziarie, combattere efficacemente l’evasione fiscale invece di moltiplicare i condoni e di garantire sicurezza sul lavoro.
La storia ha dimostrato che ogni tentativo di ridurre le libertà civili in nome di una presunta sicurezza conduce a tensioni e conflitti, dannosi per la coesione sociale.
Ma il ddl Sicurezza rappresenta davvero una risposta ai bisogni dei cittadini o è una mera strumentalizzazione politica per consolidare il consenso? Si ha bisogno di riforme che rafforzino i diritti e le libertà o di leggi che li erodano? Non sta la vera forza di una nazione nella sua capacità di costruire un dialogo aperto, di ascoltare le voci di chi si oppone e di effettuare scelte coraggiose nell’interesse di tutti? Questo è il dilemma che i nostri lettori sono invitati a risolvere.
A noi appaiono provvedimenti stupidi, inutili e disumani. Il danno perpetrato da gente che sovente porta la croce al collo e la bacia in pubblico ci sembra davvero enorme.
Ovviamente ogni reato deve essere punito ma dovere di un governo non è solo reprimere i reati ma anche prevenirli. Comprendere le ragioni per cui le persone delinquono e provare a risolverle con politiche che costruiscano quello che manca.
Certo che non puoi venire ad occupare casa mia mentre sono fuori per il fine settimana ma quando le persone occupano edifici sfitti, non terminati, disabitati, spesso di proprietà pubblica, vuoti anziché criminalizzare con pene spropositate gli si rappresenterà che equità e giustizia pretendono che il diritto ad ottenere abitazioni passa attraverso procedure, che però non devono essere infinite, a tutela di chi più è in stato di bisogno. D’altro canto le amministrazioni pubbliche devono mettere in atto politiche abitative con un insieme di attività atte a fornire alloggi adeguati attraverso regole certe di assegnazione a famiglie che hanno difficoltà nel trovare un alloggio alle condizioni di mercato perché incapaci di ottenere credito o perché colpite da problemi particolari, attraverso alcuni strumenti quali lo sviluppo, la locazione, la vendita e la manutenzione di abitazioni a prezzi accessibili e la loro assegnazione e gestione, inclusi eventuali servizi di assistenza dei soggetti coinvolti in programmi di edilizia abitativa o di gestione del debito di famiglie a basso reddito.
Le tipologie di strumento saranno il porre in essere interventi di edilizia sovvenzionata, agevolata e convenzionata.
A tal proposito nel programma elettorale della coalizione di centrosinistra della città di Collegno ci si preoccupa di definire politiche per la casa non solo per le classi sociali più in difficoltà, ma anche per una fascia di cittadini e lavoratori, che percepiscono un reddito, ma che fanno difficoltà ad accedere al mercato edilizio libero e hanno bisogno di atti agevolati o possibilità di acquisto in edilizia convenzionata, nel solco delle tradizionali politiche abitative prodotte dalle amministrazioni che si sono succedute nel tempo nella municipalità.
Il governo si occupa delle ragioni per cui le persone protestano o non interessano? È un peccato, perché mobilitano molte persone spesso giovani invece si criminalizzano sit-in e manifestazioni.
Chiudere i negozi di cannabis legale non eliminerà la diffusione delle droghe leggere né la criminalità che fiorisce nell’illecito.
Tenere in carcere donne incinte e neonati, figli bambini. Impedire a un immigrato irregolare di usare il telefono. Qui siamo nella cattiveria, nel sadismo, nella bestialità. Qui siamo dove non ci sono altre parole per dirlo.