I SOSPESI
Se solo me lo avesse detto. Se solo mi avesse capito.
Ogni giorno viviamo nell’incertezza di ciò che accade, di ciò che pensiamo debba accadere, di ciò che immaginiamo potrebbe essere.
Tuttavia, nelle relazioni – siano esse personali o lavorative-, con i se non si va da nessuna parte. Occorre avere delle certezze. Ritenere che l’altro pensi ciò che noi crediamo sia corretto ci conduce verso un circolo vizioso di supposizioni che possono anche generare cambiamenti non desiderati, in noi e negli altri.
Quanto sarebbe più semplice chiedere o raccontare? Le paure bloccano la nostra capacità di dar voce ciò che sentiamo.
Quanto ci risuona dentro e sentiamo in armonia con noi stessi può fare la differenza, consentendoci di creare e mantenere relazioni sane e vantaggiose. Per tutti.
La paura è un’emozione lecita che ci manda un messaggio preciso. Stai attento, pensa a cosa potrebbe accadere. Nella tua cassetta per gli attrezzi hai già tutti gli strumenti per agire: preparati.
E come si può evitare di cadere nei tranelli della mente? Ponendo a se stessi quelle che, nel coaching, vengono chiamate le “domande esplorative”.
Sono come quelle domande che i bambini ci pongono in continuazione: “perché il cielo è blu?”, “perché l’acqua esce dal rubinetto?”. Ogni volta ci obbligano a cercare risposte differenti, anche per concetti simili. È questa costante ricerca di risposte, di nuove sfumature e angolazioni, di parole diverse che ci apre a nuove possibilità.
Ecco: in un certo senso dobbiamo tornare a quel modello, permettendo a noi stessi di osservare ciò che ci accade da punti di vista differenti, nella logica del “come sarebbe stato se?”, “cosa avrei potuto fare di diverso in quella situazione?”.
Possiamo iniziare a lavorare in autonomia utilizzando l’arte della maieutica, ovvero il processo con il quale Socrate conduceva i suoi allievi alla conoscenza, oppure affidarci a un coach per accompagnarci, tenendo sempre a mente il messaggio attribuito al grande filosofo greco “Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare.”
Se desideriamo davvero conoscere la verità delle cose occorre che ci liberiamo dalle false credenze per dare luce alle nostre potenzialità, rendendo liberi i nostri pensieri e non facendoci condizionare da ciò che non possiamo rielaborare.