Tampon Tax, IVA dal 22% al 10% sugli assorbenti
Passa in Consiglio dei Ministri l’emendamento alla finanziaria che prevede un investimento di circa 90 milioni di euro per abbassare l’IVA su prodotti mestruali (la c.d. “Tampon Tax”).
Se il Parlamento confermerà la scelta del CdM, dal 2022 i prodotti mestruali saranno tassati al 10% e non più al 22%, aliquota riservata a tutti quei prodotti ritenuti “non necessari”, come gioielli, televisori, bevande alcoliche ed altro.
La battaglia per l’abbattimento della Tampon Tax è iniziata nel 2016, con la proposta dei deputati Beatrice Brignone, Giuseppe Civati e Andrea Maestri di Possibile, per ridurre l’IVA dal 22% al 4% – che sfortunatamente non passò e, anzi, fu accolto con risate e prese in giro dai presenti in Aula.
Nel 2017, in sede di discussione della Legge di Bilancio, Sileri (M5S) propose un emendamento a riguardo in sede di lavorazione dell’ultima Legge di Bilancio, simile a quello firmato più tardi dall’allora maggioranza, ma ritirato subito dopo la presentazione.
Nel 2018, l’associazione Onde Rosa lanciò una petizione, che ora vede più di mezzo milione di firme. Sicuramente anche grazie a questa mobilitazione, a gennaio 2019, si è raggiunto il primo – minimo – risultato: soltanto i prodotti mestruali bio (coppette, assorbenti biodegradabili, ecc) saranno tassati con un’IVA ridotta al 5%; questi prodotti, però, sono poco diffusi, più cari di quelli “standard” e comunque non utilizzabili da tutte le persone che necessitano dei prodotti per l’igiene mestruale.
Anche nel 2020 si è tentato di far passare un emendamento in Legge di Bilancio, che però è stato bocciato in quanto ritenuto troppo oneroso dalla Ragioneria di Stato, vista la cifra calcolata che sfiorava i 300 milioni. La ONLUS WeWord, affiancata dalle Deputate PD (tra le altre, Lia Quartapelle e Laura Boldrini), ha studiato i dati e ricalcolato la possibile perdita, che sarebbe invece quattro volte inferiore a quella calcolata dallo Stato, qualora ci fosse una riduzione al 5%.
Perché 5%?
Questa percentuale deriva dall’imposizione a livello europeo di un minimo del 5% di IVA su tutti i prodotti sanitari, in cui rientrano anche gli assorbenti. In diversi Paesi europei la Tampon Tax è già stata ridotta quasi al minimo, come a Cipro (5%), in Francia (5,5%), Portogallo, Paesi Bassi e Belgio (6%); in alcuni casi, questo risultato è stato ottenuto proprio a seguito di diverse mobilitazioni cittadine.
Quest’anno abbiamo visto la nascita dell’associazione Tocca a Noi, guidata da Lucrezia Iurlaro e Laura Sparavigna; quest’ultima è consigliera comunale a Firenze, primo capoluogo italiano a tagliare la Tampon Tax nelle farmacie comunali – una misura attuata a livello locale per “scavalcare” la mancanza di una legge nazionale. Tocca a Noi ha organizzato il “Tampon Tax Tour” per portare in giro per l’Italia più coscienza sul tema e coinvolgere altri Comuni nell’abbattimento della tassa nelle farmacie comunali.
Un tema che sta diventando di interesse comune anche nella nostra città.
Già ad Aprile scorso, il comitato cittadino di Possibile, insieme al progetto “No Tampon Tax Italia”, aveva proposto l’abolizione dell’IVA sui prodotti mestruali in tutte le farmacie comunali, ma l’Amministrazione non è mai intervenuta sul tema.
Ad oggi, l’abbassamento al 10% rappresenta sicuramente un primo traguardo, nell’ottica di una legislazione ed una società più equa ed egualitaria; tuttavia, non si tratta del risultato finale a cui ambiscono associazioni, attiviste e personalità politiche che si battono sul tema. Come richiesto specificatamente, si ambisce alla tassazione minima del 5% permessa dalla legislazione europea, per adeguarci agli altri Stati che già hanno fatto un passo avanti nell’abbattimento di questa tassa discriminatoria.
Infine, si dovrà anche attendere la conferma finale in Parlamento, che dovrà votare – e eventualmente emendare – la Legge di Bilancio proposta dal Consiglio dei Ministri.
Come Possibile, vogliamo accogliere con orgoglio questa prima vittoria, ma ribadire anche quanto il percorso sia ancora lungo e quanto ancora si debba continuare ad insistere per dire “no” alla Tampon Tax e confermare che il ciclo non sia un lusso. Si tratta di una battaglia inizialmente ignorata e derisa, ma che insieme a tutte le persone che hanno contribuito e stanno contribuendo, è ormai diventata di tutti/e.
“Perché le battaglie sono perse solo se nessuno le combatte”.