I CARUSI DELLA SOLFARA. VERGOGNA E SCHIAVITU’
di Rossana Schillaci.
L’associazione Divieto di Noia APS venerdì 3 settembre 2021 alle ore 18.00 organizza l’incontro con Giusy Panassidi autrice del libro “I carusi della solfara Vergogna e Schiavitù”
La presentazione vedrà la partecipazione di Gioachino Marsala e Mario Gagliardi della compagnia “I Nuovi Cantastorie”.
“Carusi” è un termine della lingua siciliana che significa letteralmente “ragazzi”.
I carusi impiegati nelle solfare siciliane erano arruolati con una tipologia di contratto chiamato “soccorso morto” dalle famiglie di origine.
I genitori dei ragazzi ricevevano in anticipo una somma di poche lire in cambio del lavoro del bambino che lavorando avrebbe dovuto riscattare il debito; erano pochi centesimi al giorno quelli che un caruso guadagnava: era quindi impensabile riscattare la somma data in prestito alla famiglia.
I giovani schiavi lavoravano fino a 16 ore al giorno tra i cunicoli delle miniere, un lavoro duro che svolgevano con il solo aiuto di pale, picconi e ceste riuscendo a trasportare in superficie quantità di zolfo che andavano dai 25 fino agli 80 kg.
Pur esistendo la Legge Berti del 1886 che fissava come limite di età per l’ammissione al lavoro i 9 anni e proibiva i turni notturni ai minori di 12 anni, tale legge non venne mai applicata, perché non vennero mai nominati ispettori da parte dello Stato per verificarne l’applicazione.
Una schiavitù che durò parecchi anni, contraddistinta da innumerevoli incidenti mortali nelle solfatare. Nessuno dimentica quello di Gessolungo, a Caltanissetta, nel 1881: sessantacinque minatori restano uccisi per l’esplosione di una lampada ad acetilene, 19 di loro erano carusi, di cui nove rimasero schiavi senza nome.
Negli anni sessanta le zolfare finalmente vennero chiuse e con esse si chiuse una crudele pagina di storia siciliana.
L’appuntamento si svolgerà presso il Circolo ANPI di Venaria Reale sito in Via Cavallo 32.
Prenotazione obbligatoria al n. 348 0753778 oppure inviando un’email a segreteria.divietodinoia@gmail.com fino ad esaurimento posti.