Nicola Zingaretti sulla situazione politica: è il tempo di costruire non di sfasciare
Nelle parole pronunciate dal segretario Nicola Zingaretti, nella relazione introduttiva alla Direzione Nazionale che si è tenuta ieri 8 gennaio 2020, il senso del lavoro svolto e dei traguardi raggiunti e da raggiungere in questi mesi.
- se riusciremo a domare definitivamente il numero dei contagi del virus;
- se sapremo programmare con efficienza, dedizione e precisione la vaccinazione di massa;
- se sapremo utilizzare le risorse del Recovery fund per affermare un nuovo modello di sviluppo della Nazione all’insegna della sostenibilità ambientale e sociale, per garantire crescita e benessere;
- se sapremo dare un’assoluta centralità al tema di come salvare e rilanciare il commercio e l’artigianato italiano che è insieme una ricchezza economica e culturale, lavoro e rete civile che rende vive le nostre città;
- se sapremo avviare una stagione di nuova e buona occupazione, soprattutto quando cesserà lo stop ai licenziamenti per le imprese;
- se sapremo approntare ammortizzatori sociali e quegli strumenti innovativi ed efficaci di politiche attive per il lavoro che mancano drammaticamente all’Italia da decenni;
- se sapremo rendere il nostro sistema fiscale più giusto e progressivo, come indica la nostra Costituzione;
- se sapremo intervenire sul sistema della giustizia, che dovrà essere più equa e più rapida;
- se sapremo innovare il nostro sistema sanitario, per tutelare il diritto alla salute di tutti;
- se sapremo dare protagonismo alla forza dei giovani e delle donne;
- se sapremo cambiare la pubblica amministrazione italiana, in tutte le sue diramazioni, per avvicinarla ai bisogni delle persone, delle imprese, dei territori.
E se finalmente si realizzeranno quelle riforme costituzionali che correggono le distorsioni derivate allo stesso tempo dal taglio dei parlamentari e dall’esistenza di questa legge elettorale.
Ecco la prova a cui siamo chiamati: dare una svolta alla storia dell’Italia, disegnare e realizzare un Paese nuovo, non ricostruire quello debole e fragile che c’era prima del Covid.
Facciamo appello alla responsabilità, che non è immobilismo o subalternità, ma protagonismo e sforzo unitario per risolvere i problemi.
Abbiamo davanti un’occasione storica per Italia. Torniamo a dare la priorità al bene comune dell’Italia.