Nessuna pietà per il 2020
di Francesco Valente
La necessità aguzza l’ingegno. Non tutto il male vien per nuocere. Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
È proprio tutto da buttare il 2020? Vi confesso che un po’ mi fa pena questo povero 2020. In fin dei conti lui non c’entra nulla con il virus. La pandemia è arrivata, diciamo, nel corso del suo regno. È un po’ come se fosse arrivato un terremoto (Messina 1908), come se fosse scoppiata una centrale nucleare (ricordiamo Chernobyl 1986).
È servito mandare maledizioni al 1908? È stato utile stramaledire 1986? Dopo i terremoti si sono costruite case antisismiche che, almeno in Giappone, riducono in modo notevole i danni ed i morti. Dopo Chernobyl le centrali nucleari sono state costruite con criteri di sicurezza elevati.
E dopo il corona virus? Abbiamo imparato a… lavarci le mani e così abbiamo ridotto e ridurremo le infezioni ed il numero dei decessi. Abbiamo imparato a stare distanti e non abbiamo, finora, preso raffreddori e influenze che, ogni anno, mietevano circa 6000 vittime. Abbiamo imparato…a rivalutare il medioevo, che, sembra, sia stato un periodo pieno di creatività e di geni.
Allora, forza. La necessità aguzza l’ingegno. Diamoci da fare, creiamo, inventiamo. Non malediciamo il 2020, poverino.
Il 2020 non è la causa delle nostre disgrazie.