Mio padre legge Tex
di Umberto D’Ottavio
Mio padre legge Tex da sempre, dal 1948 quando uscirono i primi fumetti a strisce lo legge e lo rilegge.
Anche alcune espressioni le ha fatte sue, infatti dice: “sangue del demonio!” quando qualcosa non va come dovrebbe, proprio come Tex.
Anche per Natale ha ricevuto in regalo dai nipoti l’ultimo numero in edicola, non è più da tempo quello disegnato da Galeppini, ma mantiene la favola dei buoni e dei cattivi, degli indiani e dei soldati.
Perché questo successo intramontabile di Tex? Tex è diventato, nel tempo, e grazie a un successo di vendite enorme, un personaggio letterario, un fenomeno politico, filosofico e sociale.
Bonelli ha creato Tex con i suoi pards: l’amico fraterno Kit Carson, il figlio Kit, avuto dall’amata Lilyth, figlia del sakem Freccia Rossa, morta giovane a causa di mercanti senza scrupoli, e l’indiano navajo Tiger Jack.
Su di lui ha Umberto Eco; Francesco Guccini, Roberto Benigni e Sergio Cofferati sono dei fedelissimi lettori.
Bonelli ci ha lasciato nel 2001, ma con il suo Tex continua a vivere: proponendoci, con i suoi eredi, storie che non smettono di emozionarci, di spalancarci i cancelli della prateria e dell’emozione, tra l’Arizona e il Messico, in luoghi sperduti e desolati, in città affollate e dense di trappole, con qualche fuga a Cuba o in Guatemala (così si intitola l’ultimo numero in edicola). Il ranger, che ha lottato contro nemici terribili come il mago e illusionista Mefisto, tra una cavalcata e l’altra, ci ripropone, con vigore, il mito eterno dell’eroe senza macchia e senza paura, sempre pronto a schierarsi dalla parte dei deboli, degli emarginati, degli invisibili.
Al papà di Tex dobbiamo un “tratto costante” che “va ricercato nella coppia di termini ‘giustizia’ e ‘libertà’”. Ecco: il nostro ranger, capo dei Navajos con il nome di “Aquila della notte”, ha come missione la Verità, a costo di rischiare la pelle a ogni missione. E con Tex Willer è meglio non fare mai i furbi!
Tex e mio padre sono quasi coetanei, Lui ha quarant’anni da oltre 40 e mio padre lo legge ancora senza occhiali!!