Ancora un’altra aggressione di stampo omofobo: ecco perché abbiamo bisogno di una legge
di Athena Pesando
“Le discriminazioni verso gli omosessuali? Per me le discriminazioni vanno sempre combattute, ma non possiamo dire che oggi nella realtà italiana siano discriminati, abbiamo fatto passi da gigante in questo tema.” aveva detto Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia contro il ddl Zan in Piazza Montecitorio.
A smentire la sua affermazione è stato una grave fato di cronaca di pochi giorni fa: un uomo di settantacinque anni ha prima pagato due malviventi per mandare in ospedale il compagno del figlio e poi ha offerto 2.500 euro ad un altro perché spezzasse le dita al figlio.
Il motivo? Il figlio, un chirurgo di quarantatré anni, era stato immortalato in delle fotografie al mare in Francia insieme al proprio compagno, un noto attore. Il picchiatore assoldato dal padre dell’uomo, dopo settimane di pedinamenti, però non si è sentito di compiere l’atto e si è accordato col chirurgo per simulare il pestaggio. La vicenda si è conclusa in tribunale il 15 dicembre.
L’imputato ha patteggiato una pena di due anni per atti persecutori e lesioni aggravate e non dovrà risarcire le vittime. Durante le indagini è venuto fuori che l’uomo, oltre a tormentare il figlio per la sua omosessualità aveva vittimizzato per anni l’ex moglie. Persino un criminale, pagato per pestare la gente, ha avuto più umanità di un padre verso il figlio. Ricordiamo inoltre tutte le altre aggressioni di stampo omofobo passate recentemente nei media italiani, come la ragazza speronata in moto dal fratello che non accettava la sua relazione, siamo davvero sicuri che in Italia le persone omosessuali non siano discriminate?
Di cosa tratta dunque il ddl Zan? La proposta per il contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere, passata alla camera con 265 voti a favore, prende il nome da Alessandro Zan, il relatore del Partito Democratico che ha portato avanti l’iniziativa <L’Italia era al 35° posto in Europa per accettazione sociale lgtb+, questa norma sarà tra le più avanzate d’Europa.> ha commentato il parlamentare.
Il testo prevede: reclusione fino 18 mesi o multa fino a 6.000 euro per chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione fondati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità”; carcere da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza per gli stessi motivi; reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa o aiuta organizzazioni aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per gli stessi motivi.
“Sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”. Vengono inoltre stanziati 4 milioni l’anno per la creazione di centri antiviolenza, per assistenza legale, sanitaria, psicologica, ed anche alloggio e vitto alle vittime dei reati di odio e discriminazione sopracitati.
È stata, inoltre, istituita il 17 maggio la “Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia” per continuare un progetto di sensibilizzazione su questi temi.
La proposta per diventare legge attende l’approvazione da parte del Senato.