Tutto quello che bisogna sapere sul vaccino anti Covid
I primi italiani saranno vaccinati contro il Covid già il 27 dicembre se l’Ema nella riunione in programma il 21 dicembre darà il via libera al farmaco della Pfizer. È questo l’ultimo timing emerso nel corso della riunione tra il governo e le Regioni che ha dato il via libera al piano dei vaccini.
Dopo il Vaccine Day europeo, prima della fine dell’anno, con vaccinazioni simboliche in diversi Paesi oltre all’Italia (Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda, Spagna e Svizzera), verrà avviata la prima sessione della vaccinazione di massa, destinata alle categorie che il Governo e il Parlamento hanno stabilito essere prioritarie: operatori sanitari e sociosanitari, personale operante nei presidi ospedalieri, pubblici e privati, ospiti e personale delle residenze per anziani. L’ufficio del commissario Domenico Arcuri ha reso noto che in questa prima fase la campagna di vaccinazione in Italia partirà con le prime 1.833.975 dosi di vaccino anti Covid 19 che verranno distribuite da Pfizer e inviate alle Regioni.
Al Piemonte 170.995 dosi
Sarà la Lombardia a ricevere la maggior quantità di dosi del vaccino anti-Covid della Pfizer nella prima consegna all’Italia, della quale non si conosce ancora il giorno. La regione di gran lunga più colpita dall’epidemia avrà 304.955 ‘shot’, secondo l’ufficio del commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri. Seguono Emilia Romagna (183.138 dosi), Lazio (179.818), Piemonte (170.995), Veneto (164.278) Campania (135.890), Sicilia (129.047), Toscana (116.240), Puglia (94.526) e Liguria (60.142). In coda la Valle d’Aosta con 3.334 dosi del vaccino Pfizer. I numeri sono stati però contestati dalla Campania nel corso della riunione con i Ministri Boccia e Speranza e il commissario Arcuri. La Regione guidata da Vincenzo De Luca ha parlato infatti di piano «non commisurato a criteri oggettivi di fabbisogno». E ha proposto che in fase di prima ripartizione del vaccini si tenesse conto della popolazione delle singole Regioni. Tale proposta non è stata però accolta.
2,5 milioni di dosi nella seconda fornitura Pfizer all’Italia
La seconda fornitura di dosi di vaccino garantita da Pfizer all’Italia sarà di 2.507.700 dosi – informa sempre l’ufficio del commissario Domenico Arcuri – che consentiranno nelle settimane successive «di somministrare la seconda dose alle categorie prioritarie,operatori sanitari e sociosanitari, personale operante nei presidi ospedalieri, pubblici e privati, ospiti e personale delle residenze per anziani, nonché di avviare la vaccinazione della popolazione più fragile».
I numeri della seconda fase
La seconda fase coinvolgerà gli over 80 ovvero 4,5 milioni di persone, altre 13,4 milioni di dosi poi riguarderanno la fascia 60-79 ai quali si sommano i 7,4 milioni di cittadini fragili perché con «almeno una comorbidità cronica». Complessivamente, si tratta di oltre 27 milioni di persone che dovrebbero essere vaccinate prima dell’estate, al ritmo di 9 milioni di dosi al mese nel primo trimestre e di quasi 20 milioni,sempre al mese, tra aprile giugno. Sempreché poi ci siano dosi sufficienti. E questa è l’altra grande incognita.
Ok dell’Ema al vaccino Moderna atteso il 12 gennaio
La seconda azienda farmaceutica, dopo Pfizer, che fornirà i vaccini all’Italia – come previsto nel piano per i vaccini Covid presentato alle Camere dal ministro della Salute Roberto Speranza – è Moderna. L’ok al vaccino Moderna dovrebbe arrivare dalla Fda americana nella riunione in programma per il 17 dicembre e, a seguire, l’Ema dovrebbe dare la propria autorizzazione nell’incontro annunciato per il 12 gennaio. Pfizer e Moderna nel primo trimestre 2021 dovrebbero fornire all’Italia da contratto rispettivamente 8,749 milioni di dosi e 1.346.000 dosi. Ma no basta. All’appello manca ancora il disco verde per AstraZeneca e Jhonson&Jhonson. In particolare il contributo di AstraZeneca è decisivo nel primo semestre in quanto dovrebbe garantire oltre 40milioni di dosi, di cui 16 milioni nei primi 3 mesi.
Opzionate in totale oltre 200 milioni di dosi
In totale, l’Italia ha opzionato 202.573.000 dosi di vaccino, che rappresenterebbero una dotazione sufficiente per poter potenzialmente vaccinare tutta la popolazione e conservare delle scorte. Saranno necessarie due dosi per ciascuna vaccinazione, a breve distanza. Se tutti i processi autorizzativi andassero a buon fine, l’Italia potrebbe contare sulla disponibilità delle seguenti dosi: per il contratto con AstraZeneca 40,38 milioni di dosi; per il contratto con Johnson & Johnson 26,92 milioni; il contratto con Sanofi 40,38 milioni; per il contratto con Pfeizer-BioNTech 26,92 milioni; per il contratto con CureVac 30,285 milioni; per il contratto con Moderna 10,768 milioni.
Dal 16 dicembre candidature sanitari per la campagna vaccinale
Ma sul piano vaccinale anti-Covid incombe un’altra incognita oltre alla disponibilità tempestiva delle dosi: la disponibilità di numero sufficiente di operatori sanitari – medici e infermieri su tutti – per somministrarlo. Il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha stimato che serviranno 16mila nuove assunzioni (di cui 3mila medici) per sostenere la campagna di vaccinazione. Ma per ora non ne è stata fatta neppure una. Da ieri è stato attivato il portale che consente a medici e infermieri di candidarsi a far parte dell’esercito dei somministratori. Ma il contratto vero e proprio verrà stipulato dalle Agenzie per il lavoro selezionate con un bando che si chiuderà solo il prossimo 28 dicembre.
In Piemonte
Intanto in Piemonte è già partito l’iter per le prenotazioni delle vaccinazioni. «Ieri – ha spiegato il presidente della Regione Alberto Cirio- abbiamo formulato una richiesta che è quella di arrivare a 50.000 operatori sanitari disponibili al vaccino: già in questo momento abbiamo 35.000 richieste».