Fase 2: cosa ne pensano i nostri concittadini?
di Athena Pesando
Da lunedì 4 maggio sarà possibile avere qualche restrizione in meno, questa sarà la “fase 2”. Il testo del decreto è consultabile sul sito del Governo. Ma cosa ne pensano i cittadini comuni?
Giovanna, avvocata, 50 anni con due figlie sulla fase 2 pensa <che le donne non hanno partecipato all’ideazione di questa fase e, infatti, non si è tenuto conto di donne, bambini e scuola… i decreti sono spesso farraginosi e del tutto privi della concretezza femminile. Rischiamo di perdere una grande occasione, visto che questo governo varerà la più manovra espansiva del dopoguerra e rischiamo di perdere una buona occasione per fare riforme strutturali su scuole e accesso al lavoro da parte delle donne>.
Paolo, studente e segretario dei Giovani Democratici di Grugliasco dice <Ci sta, tranne per Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, che dovrebbero secondo me rimanere zona rossa. Abbiamo ancora un numero di contagi molto elevato. Detto ciò è giusto poter far visita ai propri parenti: mi riferisco a situazioni per esempio con nonni che vivono soli, è necessario dopo due mesi poterci andare senza nessun tipo di problema oppure con un bambino piccolo che non vede uno dei genitori da mesi perché sono divorziati, e anche viceversa per il genitore vedere suo figlio. Non sono d’accordo con la questione dei ristoranti e il servizio d’asporto, perché il ristoratore si ritroverebbe a fare il carabiniere invece che il suo lavoro. Contrario alla riapertura dei parchi, che verranno presi d’assalto, infatti spero che l’amministrazione li mantenga chiusi. Buono, per quanto riguarda Grugliasco, lasciare le aree gioco chiuse perché già ci sono troppi assembramenti nei parchi. Per quanto riguarda le riunioni familiari, siamo sicuri che non verranno fatte? È palese che nessuno manterrà in casa le distanze di sicurezza, starà al buon senso delle persone. Fase 2 si, però dovrebbero quadruplicare i controlli>.
Tullio, di 25 anni, (attualmente) disoccupato cerca di essere ottimista <In realtà sono uno dei ragazzi che si è laureato telematicamente… per me la fase 2 significa un ritorno coi piedi per terra: non c’è molta fretta di assumere un nuovo ingegnere, le aziende cercano di investire in misure di protezione in accordo con le predisposizioni del governo e delle regioni (che talvolta sono su due livelli diversi), oltre a cercare di ridurre il numero di dipendenti in cassa integrazione. Per me perciò è un periodo dove mi sentirò messo alla prova, devo recuperare la giovanile caparbietà che penso di aver perso col tempo, per mettermi in gioco cercando un lavoro temporaneo, come babysitter o insegnante da doposcuola, perché, a voler essere concreti, non vedrò il primo stipendio legato alla mia professione prima di novembre>.
Marco, 27 anni ha apprezzato le scelte del Governo <Io credo che il premier Conte abbia agito con grande senso di responsabilità, frenando ad una totale apertura a cui aspirava gran parte del popolo italiano e che sarebbe stato da incoscienti vista la velocità di diffusione di questa pandemia. Al contrario di come avrebbe fatto qualsiasi politico, che avrebbe approfittato di questo periodo per acquistare consensi, ha preferito agire con cautela salvaguardando per prima cosa la salute di noi tutti. Certo, non è assolutamente facile per quelle migliaia di lavoratori che saranno costretti a restare fermi per almeno un altro mese, ma è necessario riaprire tutto con calma per evitare un rialzo della curva del contagio che sarebbe ancora più dannoso per la salute e per l’economia italiana>.
Serena Fasano, di 44 anni, che ha <un ragazzino di 12 e un’agenzia di comunicazione a Torino con altri due soci, Instant Love> ha molti dubbi <La fase 2 è una grande incognita, ma va affrontata con prudenza. Vorrei una ripresa più rapida: il lavoro si è fermato e sono molto preoccupata (la comunicazione è il primo budget che viene tagliato, e dovremo mettere i nostri ragazzi – 5 – in cassa integrazione, ragazzi che sono spaventati e vanno rassicurati), mio figlio è in casa da 2 mesi ed ha bisogno dei suoi amici, della socialità, dell’aria aperta, mio papà in una RSA e non lo vedo da mesi; il lockdown è stato impegnativo, nella gestione dello smart-working. Eppure, sono sicura che ci vuole prudenza e ancora un po’ di sacrificio. Quello che spero è che il ruolo della donna nella ripresa non torni indietro di 30 anni, perché i segnali sono forti e preoccupanti>.
Vincenzo, 25 anni, dipendente pubblico è preoccupato per le categorie di lavoratori che restano ancora bloccate <La scelta del Governo di chiudere in fase 1 è stata sicuramente giusta e dettata da motivazioni sanitarie importantissime, rimango allibito però dal fatto che non ci si sia adoperati al meglio per il sostegno di chi ha partita iva e di chi si è trovato disoccupato prima della quarantena con famiglia e mutuo. Si poteva pensare a proposte di legge per tutelare chi nella fase 2 sarebbe dovuto ripartire e chi invece avrebbe dovuto continuare a tenere chiuso perché possessore di un’attività non fondamentalmente necessaria (come parrucchiere o estetista), ma il Governo non ha dato quasi minimamente ascolto a tutte queste fasce di lavoro. Questa fase 2 sarà un massacro per molte famiglie che non rientrano né nel reddito di cittadinanza né nella cassa integrazione o dell’aiuto ai lavoratori indipendenti. Abbiamo un Governo incapace di recepire il bisogno di tutti e che continua a far finta di nulla su molte dinamiche familiari complesse: ci sono intere famiglie che non stanno né lavorando né percependo un euro per rimanere chiuse in casa. Bisogna far ripartire al più presto tutti i settori dando alle persone la possibilità di cercarsi un lavoro perché lo dice la Costituzione, tutto nel rispetto dell’utilizzo dei DPI ovviamente>.
Elena, dipendente pubblica, laureata in Scienze Agrarie di 57 anni <la mia fase 2 è in realtà una fase 1.1. Noi pubblici continueremo per lo più a lavorare in smart-working. L’unica differenza è che posso andare a trovare mia madre. Data la situazione in Piemonte sono terrorizzata ad uscire anche se stare in casa comincia a pesarmi psicologicamente… Usciremo diversi da questa pandemia e per quanto si cerchi di tenere testa al virus, anche se si dovesse trovare un vaccino le nostre coscienze ne rimarranno scosse per sempre, forse in bene. La fase 2 non mi sembra faccia intravedere, come speravamo tutti, visioni di cambiamento più a lungo termine, facendo tesoro di quello che stiamo imparando. Mi sembra piuttosto una faticosissima ripresa del mondo di prima ma con l’incubo del contagio, in Piemonte molto vicino. A quel che sembra ora stiamo tamponando, curando i sintomi, o più probabilmente il processo di cambiamento è molto più lento e profondo e non e ancora emerso alla coscienza collettiva, voglio pensarla così>.