Montà e Rizzo ricordano Franco Mazzotta
Roberto Montà: “Maledetto Covid 19.. mi hai portato via un amico, una persona schietta e sincera a cui ho voluto bene. Hai servito il nostro comune e la città per tanti anni, con ruoli diversi. Lo hai sempre fatto con il cuore caldo e la voce stentorea che ti hanno contraddistinto.
Mi hai aiutato da giovane Assessore, mi sei stato vicino nel faticoso percorso della mia candidatura a sindaco. Sei stato al mio fianco per 5 anni con serietà , senso pratico e amore per la città che ti ha adottato, che hai imparato ad amare e che ti ha voluto bene.
Ti vedevo aggirarti negli uffici accanto al mio, per scambiare due parole, discutere del calcio e della politica tua grande passione. Su questo e molto altro la vedevamo allo stesso modo. Abbiamo sperato e creduto che la tua tempra, il carattere forte e la voglia di vivere e stare in mezzo alla gente bastasse per farcela. Purtroppo no.! Oggi una telefonata mi ha gelato il sangue e come me a un sacco di persone che ti hanno conosciuto, amato e rispettato anche quando non la pensavano come te.
Ciao Franco… non ti dimenticherò mai, non ti dimenticherà mai Grugliasco…continua a sorridere ovunque tu sia… noi oggi abbiamo solo lacrime, dolore e incredulità…Aiutaci ancora una volta, come hai sempre fatto.Un grande abbraccio a te e ai tuoi cari che questo virus maledetto ci nega.. verrà il tempo in cui potremo ricordarti come meriti.Riposa in pace.
Pippo Rizzo : Ciao Franco, non puoi immaginare quanto sia difficile per me, ma penso anche per tutti quelli che ti hanno conosciuto, rendersi conto della tua dipartita, peggio ancora per la tua famiglia che con i nipotini nati dalle tue figlie Paola e Francesca ti avevano illuminato la vita con una luce che traspariva dai tuoi occhi ogni volta che ne parlavi. Abbiamo trascorso un quarto di secolo insieme, sul lavoro, al servizio della città. Un lavoro coinvolgente che ci piaceva, anche se le sue peculiari difficoltà le superavamo, ognuno col proprio punto di vista e rispettivo carattere, non sempre conciliante, ma sempre in funzione di migliorare il rapporto di efficienza ed efficacia necessario alla sicurezza dei cittadini.Quando arrivasti, nel ’72, proveniente, insieme ad altri colleghi, dalle forze di Polizia dello Stato, beneficiammo tutti, di una nuova esperienza sentendoci più tutelati, ma da quel momento anche i rapporti tra noi superarono le barriere della formalità, legandoci con puri sentimenti di amicizia che, in seguito andarono oltre, al punto che mi chiedesti di fare da testimone al tuo matrimonio con Elsa, la tua sposa. Sono stati anni importanti in cui, anche col tuo contributo, abbiamo formato il Corpo di Polizia Municipale della nostra città, e non solo per le nuove normative che lo hanno disciplinato, ma perché causa l’immigrazione selvaggia di quegli anni, abbiamo avuto a che fare con nuovi problemi etnici e sociali che vanno da un rapporto più difficile con l’utenza, ma anche quelli sociali che vanno dalla casa, la scuola, la sanità, ecc. Nel 1981 ricopristi il ruolo di sottufficiale, ma oltre al lavoro intenso che c’impegnava giorno e notte, sei stato uno dei mattatori per le attività socio conviviali. Ci avevi coinvolti tutti, anche i meno dotati, in tornei di calcio, di bocce, di volley, sia tra noi che contro i corpi di polizia di altri Comuni. Tu eri il “mister” per antonomasia, colui che veniva sollevato in aria dai colleghi per la gioia, quando si vinceva.Hai organizzato tornei di calcio, sia ancora in servizio, sia dopo. Tornei di festa e tornei a ricordo di qualche collega volato in cielo prematuramente. Ma noi abbiamo continuato a servire questa città, imparando, ognuno qualcosa, abbiamo proseguito dai banchi del Consiglio Comunale, poiché abbiamo imparato a credere che porsi al servizio della città fa parte dei doveri di cittadinanza.Abbiamo sofferto insieme la perdita di Giovanni Colombara, il tuo antagonista nella tifoseria juventina, Giuseppe Filomena che insieme ci siamo precipitati a piangere nel suo ufficio, del nostro Comandante Damiano Vielmi che causa la lontananza non abbiamo potuto onorare come avremmo voluto. Gli ultimi due sono Carlo Baietto ed infine Mario Boccafogli. Adesso è toccato a te, in una situazione inverosimile. Te ne sei andato da solo, circondato da angeli, ma che non erano quelli che avresti voluto al tuo capezzale. Io credo che chi ti ha voluto bene troverà un momento, appena questa pandemia sarà finita, per raccogliersi e ricordarti, perché la tua presenza era talmente viva, talmente intensa e vigorosa che non sarà facile per nessuno dimenticarti.Addio amico che la terra ti sia lieve.Essendo vietati anche gli assembramenti funebri, propongo a che lo riterrà opportuno, di partecipare al tuo funerale virtuale, scrivendo la parola “PRESENTE!” a seguito del presente ricordo.