W il duce scritto sulla porta dell’ascensore del Servizio Dipendenze. Importante la risposta degli Operatori
di Nicola Ginoble
Non puoi non vederla se entri nell’ascensore del Servizio Dipendenze di Collegno nell’ex padiglione 1 della Certosa, è sufficientemente grande da non passare inosservata, w il duce, c’è scritto. La si potrebbe cancellare e fare finta di niente, invece, abbiamo trovato molto importante il cartello apparso di fronte alla scritta, pensiamo preparato dagli operatori del Servizio che tutti i giorni hanno a che fare con decine di cittadini per i quali fanno tutto il possibile e l’impossibile per aiutarli nel loro tentativo di uscire dalla dipendenza, le più diverse e complicate, dalla cocaina al gioco d’azzardo. “tossicodipendenti, alcolisti, omosessuali all’epoca del fascismo erano considerati alla stregua degli oppositori del regime. A questi era riservato il carcere dove subivano le tradizionali manganellate del regime ed altre torture come il digiuno, olio di ricino che portava gravi disturbi addominali con conseguente disidratazione e morte….Quindi chi ha ancora voglia di scrivere viva il duce la faccia sui muri di casa propria, non qui dove le persone vengono accolte senza discriminazione e pregiudizio…“
Secondo noi una ottima risposta!
Sembra che tra alcuni giovani sia un modo per dimostrare di essere dei “duri”, altri vorrebbero far passare per una moda questa degenerata ignoranza della storia che non è ancora passata.
I democratici hanno il sacrosanto dovere di impedire, di denunciare, di vigilare su questo fenomeno che tende ad allargarsi e farci arretrare anziché progredire. Il fascismo non è opinione, è mancanza di libertà, è razzismo, è xenofobia, è odio, è violenza.
Ottime, sia la risposta che il commento. L’ignoranza a volte è dura da combattere, così pure certe forme di emulazione e “pappagallismo” nel ripetere gesti superficiali, ma non dobbiamo arrenderci. Giusto non togliere quella scritta odiosa, almeno per un po’, accanto alla logica risposta: anche questo è educare!