CronacheSalute e benessereZona Ovest

Ambiente: approvata la legge regionale sulla governance del sistema rifiuti

di Stefano Marengo

Il Consiglio regionale ha dato il via libera definitivo alla nuova legge che disciplina la gestione dei rifiuti urbani.

Il disegno di legge era stato approvato a maggioranza dalla Commissione Ambiente del Consiglio regionale dopo trenta sedute che avevano visto la presentazione e la discussione di numerosi emendamenti, alcuni dei quali hanno contribuito a migliorare in modo sostanziale il testo originario licenziato dalla Giunta. Durante la fase delle consultazioni erano stati auditi oltre sessanta soggetti tra enti pubblici, associazioni, consorzi di bacino e organizzazioni sindacali.

Il provvedimento ha in primo luogo il compito di semplificare la disciplina di alcune materie in precedenza normate da più leggi, andando così ad omogeneizzare il quadro legislativo regionale.

Partendo da quanto previsto a livello nazionale dal decreto legislativo 152/2006, per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti la nuova legge prevede la fusione degli attuali 21 Consorzi di bacino in 9 nuovi Consorzi di area vasta, attribuendo ai sindaci il compito di provvedere alle funzioni inerenti la prevenzione e la riduzione della produzione dei rifiuti urbani, la raccolta differenziata e il trasporto. Più nello specifico, i nuovi ambiti di area vasta coincideranno, rispettivamente, con il territorio della Città di Torino, di ciascuna delle province e della Città metropolitana (con l’esclusione del territorio della Città di Torino) e saranno articolati e organizzati per aree territoriali omogenee.

I singoli Consorzi suddivideranno a loro volta il proprio territorio di riferimento in aree territoriali omogenee funzionali allo svolgimento dei servizi, in modo da poter rispondere ai principi di efficienza, efficacia ed economicità. Questa soluzione organizzativa è stata individuata anche e soprattutto al dine di garantire adeguata rappresentanza a tutti territori in ciascun ambito consortile. In via di prima attuazione della legge, inoltre, si è stabilito che la dimensione delle aree territoriali omogenee coinciderà con quella dei consorzi di bacino ad oggi esistenti.

Un emendamento presentato dalla maggioranza e approvato dal Consiglio regionale ha poi ulteriormente precisato il ruolo degli enti locali, chiarendo che i consorzi di area vasta predisporranno i piani finanziari per ciascun comune soltanto previa acquisizione del parere del comune stesso. Analogamente, l’accordo tra il consorzio e ciascuna area territoriale omogenea sarà indispensabile ai fini della determinazione del modello tariffario e del modello organizzativo per l’erogazione dei servizi sul territorio.

Tali chiarimenti sono frutto di un lavoro di ascolto e concertazione con i singoli enti locali e con ANCI Piemonte, le cui osservazioni sono state preziose per addivenire al testo definitivo licenziato dal Consiglio regionale.

Le disposizioni introdotte superano l’impostazione sbagliata e i gravi limiti della legge regionale 7/2012 promossa dalla Giunta Cota durante la scorsa legislatura. Quella norma, infatti, istituendo come organismi politici di governance del sistema rifiuti unicamente delle conferenze d’ambito di livello provinciale e, per giunta, riservando alle province stesse il 50% dei voti per ogni deliberazione, di fatto impediva l’adeguata rappresentanza di bisogni, esigenze ed istanze degli enti locali, con grave vulnus soprattutto per i comuni di piccole e medie dimensioni.

Per quanto riguarda la gestione degli impianti, la nuova legge sostituisce le attuali 8 Autorità Territoriali Ottimali provinciali (ATO) con un’unica autorità di dimensione regionale a cui attribuisce, in modo univoco, le funzioni di realizzazione e gestione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti a tecnologia complessa, comprese le discariche.

Lo scopo principale di ogni singolo Consorzio di area vasta è quello di raggiungere gli obiettivi prefissati nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti urbani, approvato dal Consiglio regionale ad aprile 2016. Il Piano prevede di raggiungere, entro il 2018, una produzione annua di rifiuto indifferenziato non superiore a 190 chilogrammi per abitante, e 159 chilogrammi pro-capite entro il 2020. Tali obiettivi sono procrastinati di due anni unicamente per la Città di Torino, in ragione della sua dimensione demografica e delle sue caratteristiche peculiari.

La nuova legge disciplina infine il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti, e provvede a ricondurre in capo alla Regione le competenze relative alla riscossione dello stesso, il quale viene determinato in nuovi importi che tengono conto delle premialità da assegnare ai Consorzi virtuosi che conferiranno meno rifiuti in discarica e promuoveranno la riduzione degli stessi a livello generale. Si prevedono, al contrario, sanzioni amministrative nel caso in cui i singoli Consorzi di area vasta non raggiungano gli obiettivi previsti dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti urbani.

<Si tratta di un grande risultato, raggiunto grazie al lavoro di anni e al coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, in primo luogo i sindaci e le associazioni ambientaliste – afferma l’Assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia – Finalmente il Piemonte avrà un sistema univoco di gestione degli impianti a tecnologia complessa e delle singole discariche. In più, verrà portato a regime un sistema omogeneo per ogni territorio coincidente con le singole province e la Città Metropolitana, con cui verrà incentivata la riduzione dei rifiuti e il corretto trattamento di questi attraverso il riuso e la differenziazione, prevedendo un sistema tariffario incentrato sul principio che chi inquina di più paga di più>.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *